Botulino, sintomi e prevenzione: le regole dell’Iss per evitare rischi
Dove si trova, come riconoscerlo e cosa fare in caso di intossicazione
Dopo i recenti casi in Calabria e Sardegna, l’intossicazione da botulino torna sotto i riflettori. L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso un vademecum per spiegare cos’è, dove si trova e come prevenirne gli effetti potenzialmente letali.
Dove si sviluppa
Il botulino si sviluppa in assenza di aria e può essere presente nel suolo, nei sedimenti e nella polvere sotto forma di spora. Gli alimenti diventano pericolosi quando la spora passa alla forma vegetativa, producendo la tossina responsabile della malattia. Sono sicuri alimenti naturalmente acidi o acidificati (passata di pomodoro, sott’aceto), conserve ad alto contenuto di zucchero o sale, e cibi freschi.
Sintomi e gravità
I sintomi specifici compaiono in genere entro 24-72 ore dall’ingestione: visione doppia, difficoltà di messa a fuoco, palpebre cadenti, pupille dilatate, secchezza delle fauci, difficoltà di deglutizione, stitichezza. Nei casi più gravi può verificarsi arresto respiratorio e, raramente, morte.
Cure
La terapia è ospedaliera e prevede la somministrazione di antitossina e trattamenti di supporto. L’antitossina è efficace solo nei primi giorni, quando la tossina è ancora in circolo, e non può riparare i danni già prodotti alle terminazioni nervose.
Conserve fatte in casa: le regole di sicurezza
La bollitura inattiva la tossina ma non distrugge le spore: una conserva sospetta va fatta bollire per 5-10 minuti e consumata subito. Sono sicuri sottoaceti, salamoie, marmellate e confetture, a patto di rispettare le norme igieniche. Prima dell’apertura, controllare che il contenitore sia integro: tappi gonfi o “click clack” indicano perdita del sottovuoto e rischio contaminazione. Una conserva alterata per odore, colore o consistenza non deve essere assaggiata.
Cosa fare in caso di sospetto
Ai primi sintomi — bocca secca, nausea, problemi alla vista, difficoltà a sollevare le palpebre — rivolgersi subito al medico o al pronto soccorso, portando con sé eventuali residui dell’alimento o il barattolo utilizzato. Il congelamento non elimina il rischio: le spore possono sopravvivere e riattivarsi dopo lo scongelamento.
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(con fonte AdnKronos)
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