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Oggi terzo round di negoziati in meno di tre mesi. Washington punta alla proroga della tregua, Pechino chiede la rimozione delle tariffe residue e meno restrizioni tecnologiche
Riprendono oggi, lunedì 28 luglio, a Stoccolma i colloqui tra Stati Uniti e Cina, con al centro il delicato tema dei dazi commerciali. Si tratta del terzo incontro bilaterale in meno di tre mesi e potrebbe preludere a un nuovo accordo. “Siamo molto vicini a un’intesa”, ha dichiarato il presidente americano Donald Trump alla vigilia del summit, sottolineando però che “la volontà c’è, ma vediamo come va”.
A guidare i negoziati saranno il vicepremier cinese He Lifeng e il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent, che ha annunciato l’obiettivo comune di estendere la tregua commerciale in scadenza il prossimo 12 agosto. L’attuale sospensione dei dazi, raggiunta a maggio a Ginevra e confermata successivamente a Londra, ha evitato l’applicazione di tariffe a tre cifre su centinaia di merci cinesi.
Secondo quanto riferisce la Cnn, la posizione negoziale di Pechino è rafforzata dal controllo sulle materie prime strategiche e dalla revoca, da parte dell’amministrazione Usa, di alcune restrizioni alle esportazioni, come quelle relative ai chip Nvidia H20 per l’intelligenza artificiale. La Cina, inoltre, continua a registrare una crescita superiore alle attese, sostenuta da un surplus commerciale record e dall’espansione verso nuovi mercati.
Tra i nodi sul tavolo figurano la proposta di scorporo della divisione americana di TikTok, la questione delle esportazioni cinesi di petrolio russo e iraniano, e le restrizioni imposte dagli Usa alle tecnologie avanzate. Washington ha legato parte dei dazi — in particolare quelli al 20% — al ruolo cinese nel traffico internazionale di Fentanyl, mentre Pechino punta alla rimozione definitiva delle tariffe residue e alla riduzione della lista nera che limita l’export verso la Cina.
Non mancano elementi di frizione: recenti divieti di espatrio imposti da Pechino a funzionari e dirigenti americani sono stati duramente criticati dal segretario al Commercio Howard Lutnick, e restano una fonte di tensione nei rapporti bilaterali.
Secondo gli analisti, lo scenario più probabile è una nuova proroga tecnica di 90 giorni con dazi al 30%, in attesa di un possibile faccia a faccia autunnale tra Trump e Xi Jinping. Ma la partita resta apertissima. La Cina, sempre più attiva nel valorizzare le proprie filiere — da terre rare a batterie per veicoli elettrici — sembra decisa a non cedere a pressioni unilaterali, specie su dossier connessi a Russia e Iran.
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(con fonte AdnKronos)
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