
Garlasco, al via l’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi
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Dna, impronte e nuovi reperti al centro dell’analisi: coinvolto l’amico del fratello della vittima
È iniziato oggi, martedì 17 giugno, presso gli uffici della Polizia scientifica in via Fatebenefratelli a Milano, l’incidente probatorio sull’omicidio di Chiara Poggi, la giovane uccisa nella villetta di famiglia a Garlasco il 13 agosto 2007. Al centro delle nuove indagini, ordinate dalla Procura di Pavia, c’è l’analisi di reperti mai approfonditi prima e la figura di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e ora formalmente indagato.
Dna e impronte: gli esperti al lavoro
Nominati dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia Daniela Garlaschelli, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani iniziano il confronto con i consulenti di parte. I periti dovranno verificare la regolarità della catena di conservazione dei reperti, stabilendo se gli elementi inviati da Medicina legale di Pavia e dai carabinieri di Milano siano coerenti con quanto indicato nei verbali.
Tra i materiali da esaminare ci sono 35 fascette para-adesive con impronte palmari rilevate sulla scena del delitto, campioni biologici e i grafici contenuti nella perizia firmata da Francesco De Stefano, dove si segnalano due profili genetici maschili sotto le unghie della vittima. Quelle tracce verranno ora confrontate con il tampone salivare prelevato a Sempio lo scorso 13 marzo.
Il contenuto della pattumiera e altri reperti inediti
Una parte centrale delle analisi potrebbe riguardare il contenuto della pattumiera prelevata dalla villetta: due vaschette di Fruttolo, un brick di Estathè, due cucchiaini, un piattino in plastica, un sacchetto di cereali e cellophane di biscotti. Tra gli elementi mai analizzati in precedenza, anche un frammento ritagliato dal tappetino del bagno con le impronte della scarpa a pallini ritenuta appartenente all’assassino.
La traccia 10 e il ruolo dell’impronta 33
Oggetto dell’incidente probatorio sarà anche la cosiddetta “traccia 10”, un’impronta trovata dal Ris di Parma sul lato interno della porta d’ingresso. La Procura di Pavia sostiene che non sia attribuibile né ad Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni, né ad Andrea Sempio. Non sarà invece oggetto di questa fase l’impronta 33, lasciata sulla parete della scala e attribuita a Sempio: secondo gli inquirenti si tratta di un’orma palmare compatibile con il nuovo indagato, ma senza presenza di sangue.
Un iter lungo almeno tre mesi
Quella di oggi è solo la prima giornata di un iter che potrebbe durare almeno tre mesi. Nessun colpo di scena atteso, ma un confronto tecnico tra i dieci consulenti delle parti per definire modalità e tempistiche delle analisi. Un passo delicato che potrebbe riscrivere, almeno in parte, la lettura di uno dei casi di cronaca nera più controversi degli ultimi vent’anni.
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(con fonte AdnKronos)
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