
Bolzano, morte Aaron Engl al ritorno da un rave: fu un gesto accidentale con la motosega
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Il 23enne, boscaiolo professionista, si sarebbe semi-decapitato da solo in stato di alterazione da sostanze. Escluso l’omicidio: indagini e autopsia confermano la dinamica
Non fu omicidio, né un gesto volontario. Aaron Engl, il 24enne trovato cadavere il 18 agosto scorso a Bolzano, è morto per un incidente provocato da sé stesso in stato di grave alterazione psicofisica. La conclusione arriva dalla Procura dopo mesi di indagini, rilievi tecnici e perizie medico-legali: a provocare il decesso è stata la lama della motosega professionale che il ragazzo, boscaiolo esperto, aveva nel bagagliaio della sua auto.
La sera prima della tragedia, Engl aveva partecipato a un rave party a Barbiano assieme ad amici e parenti, dove aveva assunto sostanze stupefacenti, in particolare allucinogeni. Durante la serata, secondo le testimonianze raccolte, il giovane si era sentito male e lo aveva comunicato a più persone.
Il tragitto ricostruito: era solo al momento del gesto
Dopo essersi separato dal gruppo, Engl è tornato da solo a casa con la sua Mitsubishi Pajero, ancora carica degli attrezzi da lavoro. Il suo corpo è stato ritrovato nei pressi della stessa zona, vicino alla vettura. Le celle telefoniche hanno confermato che nessun altro, tra amici e familiari, si trovava con lui in quel momento: i cellulari risultano localizzati presso le rispettive abitazioni, mentre quello della vittima era con lui fino all’ultimo.
Gli esami tossicologici hanno confermato la presenza di sostanze psicotrope nel sangue, compatibili con alterazioni sensoriali e comportamentali anche prolungate. L’autopsia ha evidenziato una decapitazione incompleta, responsabile di uno shock neurogeno che ha causato la morte quasi immediata.
L’analisi tecnica: “Attivò la motosega mentre era in stato alterato”
Fondamentale per la ricostruzione è stato il parere del consulente tecnico incaricato dalla Procura. Le ferite rinvenute – in particolare quelle alla spalla sinistra, al fianco e all’emitorace destro – unite alla distribuzione del sangue sugli indumenti e sul veicolo, indicano che il ragazzo avrebbe appoggiato volontariamente o accidentalmente la motosega accesa sulla spalla sinistra. In quel momento sarebbe avvenuta l’attivazione dell’acceleratore e del blocco di comando, causando l’azione della catena e la lesione fatale.
Non risultano segni di colluttazione o presenza di terze persone. Le tracce ematiche rinvenute sulla scena – comprese quelle sull’auto e sulla motosega – sono unicamente riconducibili al DNA della vittima, come confermato dalle analisi condotte dal Ris di Parma.
La Procura: “Verosimile un evento accidentale sotto effetto di allucinogeni”
Secondo il medico legale, la combinazione tra l’uso di sostanze psicotrope e la disponibilità della motosega avrebbe generato un gesto di natura accidentale. L’ipotesi è ritenuta la più plausibile alla luce del quadro investigativo e clinico. Non emergono quindi elementi per sostenere l’ipotesi di un’azione violenta da parte di terzi o un suicidio premeditato.
La Procura ha pertanto archiviato il caso come decesso accidentale, connesso all’assunzione di stupefacenti e alla manipolazione incauta di uno strumento professionale pericoloso.
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(con fonte AdnKronos)
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