
Entrano in vigore i dazi globali voluti da Trump: crollano i mercati
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Escluse per ora alcune materie prime e farmaci. L’UE verso il 20%, Cina al 54%. Pechino reagisce con nuove tariffe e minaccia sulle terre rare
Sono entrati in vigore oggi alle 6 del mattino (ora italiana) i nuovi dazi globali voluti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump: una tariffa del 10% su tutte le importazioni, fatta eccezione – almeno per ora – per metalli preziosi e non (come oro, rame e platino), materie prime energetiche, chip, legname e prodotti farmaceutici. Tuttavia, secondo fonti americane, anche per alcune di queste categorie sarebbero in arrivo tariffe mirate nei prossimi giorni.
Nel 2024 gli USA hanno importato beni per circa 3.300 miliardi di dollari. L’elenco delle merci temporaneamente esentate – reso pubblico giovedì – rappresenta un valore di circa 644 miliardi, inclusi 185 miliardi di beni provenienti da Canada e Messico, coperti da regimi tariffari specifici legati al patto di libero scambio nordamericano.
L’annuncio dell’amministrazione americana ha scatenato il panico nei mercati finanziari globali: le borse mondiali hanno perso in poche ore circa 9.000 miliardi di dollari di valore complessivo, con Wall Street che da sola ne ha lasciati sul campo oltre 5.200 miliardi. Il momento più critico è atteso per mercoledì 9 aprile, quando entreranno in vigore le tariffe “personalizzate” per singolo Paese, basate sul deficit commerciale con gli Stati Uniti: 20% per l’Unione Europea, 54% per la Cina, 46% per il Vietnam, 24% per il Giappone.
Pechino ha immediatamente risposto annunciando nuovi dazi del 34% sulle importazioni dagli Stati Uniti a partire da giovedì 10 aprile, oltre all’introduzione di controlli severi sull’export delle terre rare, fondamentali per l’industria tecnologica occidentale.
Durissima la reazione cinese, affidata a un editoriale dell’agenzia governativa Xinhua, che ha accusato Washington di “distruggere il sistema commerciale multilaterale” e “bloccare deliberatamente il funzionamento del Wto” attraverso l’ostruzionismo sulla nomina dei giudici alla corte d’appello dell’organizzazione. “È un attacco all’ordine economico globale”, scrive Pechino, denunciando il “declino dell’influenza americana mascherato da eccezionalismo” e auspicando un rafforzamento della cooperazione multilaterale contro “la coercizione unilaterale di Washington”.
La comunità internazionale, secondo la Cina, deve rispondere con unità e determinazione per difendere un sistema di regole che ha garantito decenni di stabilità economica globale.
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(con fonte AdnKronos)
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