
Mattarella promulga la legge Morandi ma avverte: “Serve correggerla”
Il presidente della Repubblica segnala criticità costituzionali nella norma sui ristori alle vittime dei crolli stradali e chiede interventi su eguaglianza e criteri d’accesso
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha promulgato la cosiddetta “legge Morandi”, che introduce indennizzi per i familiari delle vittime di crolli di strade e autostrade, ma ha accompagnato l’atto con una lettera inviata ai presidenti di Senato, Camera e Consiglio dei ministri in cui evidenzia rilevanti criticità costituzionali.
Mattarella sottolinea, in particolare, che “occorrono integrazioni e correzioni” alla norma, segnalando passaggi che “non appaiono in linea con principi e norme della Costituzione”. La prima perplessità riguarda la definizione di “infrastruttura di rilievo nazionale”, ritenuta troppo incerta. Una formulazione vaga che, osserva il capo dello Stato, si presta a interpretazioni arbitrarie e viola il principio di eguaglianza sancito dall’articolo 3 della Carta. Il rischio è quello di escludere dai ristori situazioni analoghe, come il crollo di un viadotto comunale o il cedimento strutturale di edifici pubblici come scuole, ospedali o teatri.
Critiche sono state rivolte anche alle disparità tra le categorie di beneficiari. La legge, nella sua formulazione attuale, distingue infatti tra coniugi, conviventi, unioni civili e i parenti di questi soggetti, introducendo quello che Mattarella definisce “un’inaccettabile discriminazione”. Richiamando diverse pronunce della Corte costituzionale, il presidente ricorda che le relazioni affettive stabili, anche non fondate sul matrimonio, sono ormai riconosciute come meritevoli di tutela. Differenziare i risarcimenti senza una “comprovata e ragionevole motivazione” rappresenterebbe, secondo Mattarella, una violazione dell’articolo 3 della Costituzione.
Infine, viene segnalato un possibile limite di equità legato alla dotazione finanziaria prevista: 7,1 milioni di euro per il 2025 e 1,6 milioni a decorrere dal 2026. Se le risorse dovessero risultare insufficienti a coprire tutti i ristori, verrebbe meno la parità di trattamento tra i destinatari della misura.
Pur procedendo alla promulgazione, Mattarella chiede quindi al Parlamento di intervenire per colmare le lacune evidenziate, in modo da garantire che il principio di uguaglianza sia pienamente rispettato e che i diritti dei cittadini siano tutelati in modo equo e coerente con la Costituzione.
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(con fonte AdnKronos)
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