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La morte di uno dei leader di Hezbollah, Aqil, segna una svolta nelle operazioni militari israeliane

Ibrahim Aqil, il numero due di Hezbollah, è rimasto ucciso durante un raid aereo israeliano condotto alla periferia sud di Beirut. La notizia è stata confermata da una fonte interna al Partito di Dio, citata dall’AFP, e ripresa dai media israeliani. Aqil, conosciuto anche con il nome di battaglia Tahsin, era un membro di alto rango di Hezbollah ed è morto assieme a diversi altri esponenti dell’unità di elite Radwan, mentre partecipavano a un incontro strategico.

Il raid, descritto come “mirato”, ha colpito Aqil e altri membri di Hezbollah nel pieno delle operazioni militari israeliane contro Hamas, avviate lo scorso 7 ottobre. Si tratta del terzo attacco aereo diretto da Israele contro la capitale libanese dall’inizio del conflitto, evidenziando una crescente intensificazione delle operazioni oltre il confine meridionale del Libano.

Chi era Ibrahim Aqil?

Aqil, noto per la sua lunga militanza all’interno di Hezbollah, era considerato una figura di spicco nell’organizzazione e ricercato dagli Stati Uniti per il suo coinvolgimento negli attentati del 1983 contro l’ambasciata americana e la caserma dei marines a Beirut. Quegli attacchi, che causarono la morte di centinaia di persone, segnarono una svolta cruciale nelle relazioni tra Stati Uniti e Hezbollah, cementando l’immagine del gruppo come una delle principali forze sciite in Medio Oriente, accusata di terrorismo da diverse nazioni occidentali.

Secondo il giornalista israeliano Barak Ravid, che ha riportato la notizia su X, citando due fonti israeliane, Aqil rappresentava uno degli obiettivi prioritari nelle operazioni di Israele contro Hezbollah.

Bilancio delle vittime

Il raid ha causato la morte di almeno 9 persone, secondo il bilancio aggiornato dal ministero della Salute libanese, e ha ferito altre 59, tra cui 8 in condizioni critiche. Tra le vittime accertate ci sono anche cinque bambini, una notizia che ha alimentato ulteriore tensione nella già precaria situazione in Libano. Gli attacchi israeliani hanno colpito duramente la popolazione civile, e il rischio di escalation tra Israele e Hezbollah è ora più concreto che mai.

Le operazioni israeliane contro Hezbollah

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno intensificato le loro operazioni aeree contro obiettivi di Hezbollah in Libano, a seguito della guerra scoppiata con Hamas nella Striscia di Gaza. L’IDF ha descritto questi attacchi come parte di una strategia più ampia per colpire i leader e le infrastrutture di Hezbollah, visti come una minaccia crescente per la sicurezza di Israele. Gli attacchi mirati contro figure di alto profilo come Aqil segnano un ulteriore sforzo per indebolire la leadership e le capacità operative del gruppo libanese.

L’unità Radwan, a cui appartenevano Aqil e altri membri uccisi nel raid, è considerata una delle forze d’élite di Hezbollah, addestrata specificamente per operazioni militari di alto profilo contro Israele. La perdita di diversi membri chiave rappresenta un duro colpo per Hezbollah, anche se non è chiaro quanto questa perdita influenzerà le capacità militari a lungo termine del gruppo.

Le ripercussioni del raid

La morte di Aqil rischia di inasprire ulteriormente le tensioni tra Israele e Hezbollah, e potrebbe portare a una nuova ondata di violenza nella regione. Hezbollah, che già in passato ha lanciato attacchi contro Israele in risposta a raid simili, potrebbe pianificare rappresaglie.

L’attuale contesto geopolitico in Libano e il coinvolgimento di Hezbollah nel conflitto con Hamas pongono il rischio di una guerra su due fronti per Israele, che già affronta combattimenti intensi nella Striscia di Gaza. Tuttavia, nonostante queste difficoltà, Israele sembra determinato a continuare le sue operazioni per neutralizzare le minacce provenienti dal nord.

Nasrallah è sottopressione e la situazione potrebbe sfuggirgli di mano. Nessuno è più al sicuro in Libano dopo gli attacchi compiuti contro i cercapersone e i walkie talkie: Israele ora si muove con decisione.

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