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L’Europa ha vissuto, nel 2022, la sua estate più calda mai registrata, nell’anno che si classifica al secondo posto tra i più roventi. Tanto che gran parte del Continente ha subito ondate di calore intense e prolungate con l’Europa meridionale che ha sperimentato il più alto numero di giorni di ‘stress termico intenso’. Allo stesso tempo le scarse precipitazioni e le alte temperature hanno portato a una diffusa siccità. Oggi, il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Copernicus Climate Change Service – C3S), pubblica il suo rapporto annuale sullo Stato Europeo del Clima (Esotc), che presenta nel dettaglio gli eventi climatici significativi del 2022 in Europa e nel mondo.

A livello globale, gli ultimi otto anni sono stati i più caldi mai registrati. Nel corso del 2022, le concentrazioni medie annue globali di anidride carbonica (CO2) e metano (CH4) hanno raggiunto i livelli più alti mai misurati dal satellite. Secondo i dati di C3S, in Europa, le temperature stanno aumentando a un tasso doppio rispetto alla media globale, più velocemente di qualsiasi altro Continente. Mauro Facchini, Capo dell’Osservazione della Terra presso la Direzione Generale per l’Industria della Difesa e lo Spazio della Commissione Europea, ricorda che “l’ultimo rapporto di sintesi dell’Ipcc segnala che il tempo sta per scadere e che il riscaldamento globale ha portato a eventi meteorologici estremi più frequenti e più intensi, come nel caso dell’Europa. Solo informazioni e dati accurati sullo stato attuale del clima possono aiutarci a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e il rapporto sullo Stato europeo del clima è uno strumento essenziale per sostenere l’Unione europea nel suo programma di adattamento al clima e nell’impegno a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050”.

Più nel dettaglio, i dati presentati nel report mostrano che la media europea per l’ultimo periodo di 5 anni è stata di circa 2.2°C al di sopra dell’era preindustriale (periodo compreso tra il 1850 e il 1900). Il 2022 è stato inoltre, il secondo anno più caldo mai registrato, con un aumento di 0.9°C rispetto alla media recente (utilizzando il periodo di riferimento compreso tra il 1991 e il 2020). La scorsa estate è stata la più calda mai registrata in Europa, con un aumento di 1.4°C rispetto alla media recente.

Non solo. Il caldo estremo registrato nella fase finale della primavera e durante l’estate, ha creato condizioni di pericolo per la salute umana: a causa delle ondate di caldo estremo durante il periodo estivo, l’Europa meridionale ha registrato un numero record di giorni con uno “stress termico intenso”. L’Europa sta generalmente registrando una tendenza all’aumento del numero di giorni estivi con “stress termico forte” o “molto forte”, e si osserva la stessa tendenza nell’Europa meridionale per lo “stress termico estremo”. Nel continente, allo stesso tempo, si registra anche una tendenza alla diminuzione del numero di giorni con “assenza di stress da caldo”.

“Il rapporto evidenzia i preoccupanti cambiamenti del nostro clima, tra cui l’estate più calda mai registrata in Europa, segnata da ondate di calore marino senza precedenti nel Mar Mediterraneo e da temperature da record in Groenlandia. Comprendere le dinamiche climatiche in Europa è fondamentale per i nostri sforzi di adattamento e mitigazione degli impatti negativi dei cambiamenti climatici sul continente”, spiega Carlo Buontempo, direttore del Copernicus Climate Change Service (C3S).

PERDITA RECORD DI GHIACCIO DAI GHIACCIAI DELLE ALPI – Uno degli eventi più significativi che ha caratterizzato l’Europa nel 2022 – rileva il report – è stata la siccità diffusa. Durante l’inverno 2021-2022, gran parte dell’Europa ha registrato un numero di giorni di neve inferiore alla media, con molte aree che hanno registrato fino a 30 giorni in meno. In primavera, le precipitazioni sono state inferiori alla media in gran parte del continente, con il mese di maggio che ha raggiunto il valore più basso mai registrato. La mancanza di neve invernale e le alte temperature estive hanno provocato una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, equivalente a oltre 5 km3 di ghiaccio. Le scarse precipitazioni, che si sono protratte per tutta l’estate, insieme alle eccezionali ondate di calore, hanno causato anche una siccità diffusa e prolungata che ha colpito diversi settori, come l’agricoltura, il trasporto fluviale e l’energia.

Inoltre, il tasso annuo di umidità del suolo è stato il secondo più basso degli ultimi 50 anni, con solo alcune aree che hanno registrato condizioni di umidità del suolo superiori alla media. Infine, la portata dei fiumi in Europa è stata la seconda più bassa mai registrata, segnando il sesto anno consecutivo con flussi inferiori alla media. In termini di superficie interessata, il 2022 è stato l’anno più secco mai registrato, con il 63% dei fiumi europei che hanno registrato flussi inferiori alla media.

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(AdnKronos)


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