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Dopo il riconoscimento da parte di Putin delle due repubbliche filo russe di Lugansk e Donetsk e l’invio di truppe di Mosca a protezione del territorio del Donbass, in pratica la Russia invade l’Ucraina, al momento senza sparare un colpo. Sdegno dell’Europa e degli Stati Uniti per questo colpo di mano che viola la sovranità ucraina. Ore complicate ci aspettano e soprattutto imprevedibili. Il contropiede di Putin ha preso di sorpresa i leader occidentali. Che succederà adesso? Le news di oggi minuto per minuto.

– – – – – – T I M E L I N E – – – – – –

ORE 23.15 – Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha detto di aver annullato il suo incontro a Ginevra con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, originariamente previsto per giovedì. Alla luce delle recenti azioni di Mosca nei confronti dell’Ucraina, l’alto diplomatico di Washington ha affermato che non aveva più senso intrattenere colloqui con la sua controparte russa. Martedì il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian, il cui paese detiene attualmente la presidenza di turno dell’UE, aveva annunciato che non avrebbe più incontrato Lavrov. La Russia è stata accolta con una corsa di sanzioni dalle nazioni occidentali dopo aver riconosciuto lunedì le regioni ucraine di Donetsk e Luhansk controllate dai ribelli come forze indipendenti e schierate nella regione. L’escalation segue mesi di tensioni guidate da un accumulo di truppe russe lungo i confini dell’Ucraina.

ORE 22.30 – Il presidente americano Joe Biden ha incontrato oggi il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba “per riaffermare l’impegno degli Stati Uniti nei confronti della sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Lo ha reso noto la Casa Bianca. “Biden ha informato il ministro Kuleba sulla risposta americana alla decisione russa di riconoscere la presunta indipendenza” delle due repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk. “Il presidente Biden ha ribadito che gli Stati Uniti sono pronti, assieme agli alleati e partner, a rispondere rapidamente e decisamente ad ogni ulteriore aggressione russa all’Ucraina”, ha detto la Casa Bianca.

ORE 22.10 – Il governo russo ha annunciato l’avvio di “relazioni diplomatiche” con le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, dopo che il presidente russo Vladimir Putin ne ha riconosciuto l’indipendenza. Un comunicato del ministero degli Esteri russo ha reso noto che, “attraverso lo scambio di note”, sono state stabilite relazioni diplomatiche con le due entità separatiste ucraine a “livello di ambasciate”. A quanto si legge, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha inviato le sue congratulazioni ai ‘colleghi’ delle due repubbliche. “Da parte russa c’è l’obiettivo di un pieno sviluppo della cooperazione con Donetsk e Luhansk, anche a traverso i ministeri degli Esteri, nell’interesse dei cittadini dei nostri Paesi, rafforzando la pace, la stabilità e la sicurezza regionale”, continua il comunicato.

ORE 20.45 – “Gli italiani in queste ore hanno un animo diviso”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, intervistato da Monica Setta a “Il Sorpasso” su Rai Isoradio. “Da un lato si accorgono che sta finendo la tragedia dei virus, dei lockdown, della pandemia. Dall’altro lato hanno – abbiamo – l’animo pesante, perché la guerra è alle nostre porte. E cominciare a vedere sotto pressione popoli straordinari vicini a noi, come il popolo ucraino, vedere i carri armati, le accuse reciproche, la comunità internazionale che si mobilita, i colpi d’arma da fuoco, tutto questo risveglia bruttissimi ricordi. Perché nel 2022 ancora le minacce, i carri armati, le sanzioni? Questa umanità è così masochista? Nessuna nazione è omogenea al suo interno. L’Europa è un continente di minoranze. Ma non per questo si devono risolvere i contrasti con la guerra”.

ORE 20.41 – “Oggi in risposta alle azioni della Russia ho deciso di rafforzare l’alleanza con paesi baltici. Non vogliamo combattere contro la Russia ma difenderemo ogni territorio della Nato”. Lo ha detto il presidente americano Joe Biden. “Oggi, in risposta all’ammissione russa che non ritirerà le sue forze dalla Bielorussia, ho autorizzato ulteriori movimenti di truppe ed equipaggiamenti, già di stanza in Europa, per rafforzare i nostri alleati Baltici: Estonia, Lettonia e Lituania”, ha detto Biden, sottolineando che si tratta di “mosse totalmente difensive da parte nostra”. “Non vogliamo combattere con la Russia – ha sottolineato – Ma vogliamo mandare un chiaro messaggio: che gli Stati Uniti, insieme con i nostri alleati, difenderanno ogni centimetro del territorio della Nato”.

ORE 20.40 – “La Russia pagherà un prezzo carissimo”. Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, annuncia le sanzioni che Washington vara nei confronti della Russia dopo la decisione con cui – nella crisi con l’Ucraina – il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato il riconoscimento delle repubbliche separatiste del Donbass.

ORE 19.47 – “Niente più shopping a Milano, feste a Saint Tropez e diamanti ad Anversa”. Così il rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ironizza su Twitter sulle personalità russe colpite dalle sanzioni che non potranno più fare la bella vita nell’Ue.

ORE 19.37 – Le nuovi sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia sono “illegittime”. Lo ha dichiarato il ministero degli Esteri di Mosca, commentando le misure restrittive imposte anche dall’Unione Europea a seguito del riconoscimento russo delle autoproclamate repubbliche del Donbass, nell’Ucraina orientale.

ORE 19.25 – Le azioni russe sono “l’inizio della nuova invasione dell’Ucraina”. Lo ha detto il vice segretario di Stato americano Wendy Sherman, intervenendo all’Osce.

ORE 19.15 – L’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha affermato che il leader russo Vladimir Putin non si sarebbe “mai” comportato in questo modo se fosse rimasto alla Casa Bianca. Criticando la gestione della crisi in Ucraina da parte del suo successore Joe Biden, Trump ha ricordato la sua vicinanza a Putin, sottolineando in una nota che se la crisi “fosse stata gestita correttamente, non c’era assolutamente motivo per cui si verificasse la situazione in atto in Ucraina”. “Conosco molto bene Vladimir Putin e non avrebbe mai fatto sotto l’Amministrazione Trump quello che sta facendo ora, assolutamente no!”, ha aggiunto.

ORE 19.05 – La data scelta dal presidente russo Vladimir Putin per annettere di fatto le due repubbliche secessioniste del Donbass “non è innocente: il 22 febbraio marca l’ottavo anniversario della destituzione di Viktor Yanukovich e della vittoria della democrazia che ne è seguita. E’ come se fischiasse la fine della ricreazione democratica: ha scelto bene la data”. Lo sottolinea l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a Parigi.

ORE 18.55 – Il ministero degli Esteri russo ha annunciato che evacuerà il personale diplomatico dall’Ucraina. “La nostra priorità è prenderci cura dei diplomatici russi e dei dipendenti dell’ambasciata e dei consolati generali”, si legge in una nota. “Per proteggere le loro vite e la loro sicurezza, la leadership russa ha deciso di evacuare il personale delle missioni russe in Ucraina, cosa che sarà attuata in un futuro molto prossimo”, è aggiunto.

ORE 18.50 – Vladimir Putin ha reso noto che la Russia fornirà aiuto militare alle due Repubbliche di Donetsk e Luhansk di cui ieri Mosca ha riconosciuto la sovranità “se sarà necessario”. Il Parlamento ha approvato la richiesta del ministero della Difesa di inviare forze militari all’estero. E in merito a questo passo, “i trattati firmati ieri ci sono clausole che stipulano che forniremo aiuti, inclusi quelli militari”, ha spiegato Putin. E dato che c’è una guerra in corso nel Donbass, “la decisione significa che la Russia intende adempiere ai suoi impegni, se necessario”.

ORE 18.43 – Il presidente russo Vladimir Putin “non è nella lista dei sanzionati” dall’Ue per il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk. Lo precisa l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a Parigi.

ORE 18.42 – “E’ evidente che le sanzioni non hanno effetti miracolosi, fanno male e costano. Pensiamo che la storia non è finita. Le sanzioni non sono come un semaforo rosso. Fanno male economicamente”. Lo spiega l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a Bruxelles. “Abbiamo preferito conservare alcune capacità di deterrenza – aggiunge – per rispondere a nuove azioni della Russia e temiamo molto che ce ne saranno. C’è un arsenale, dobbiamo seguire gli avvenimenti”, spiega. “Pensiamo” che il pacchetto approvato rappresenti un “buon equilibrio” tra l’esigenza di avere un “pacchetto forte” e quella di avere “munizioni di riserva” conclude Borrell.

ORE 18.36 – “La nostra ambasciata a Kiev deve restare aperta e vogliamo lasciarla aperta perché crediamo nella diplomazia”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, al termine della riunione ministeriale del G7 e del Consiglio affari esteri a Parigi. “Faremo in modo da coordinarci con gli altri partner europei per lasciare aperte il più possibile le ambasciate europee a Kiev”, ha aggiunto. La giornata di oggi £ci ha permesso come Italia insieme ai partner del G7 e insieme ai ministri degli Esteri dell’Unione Europea di coordinare l’azione sulle sanzioni contro la Russia. Sia a livello di G7 sia a livello di Consiglio degli Affari Esteri dell’Ue concordiamo sul procedere con le sanzioni rispetto alle azioni militari che sta muovendo in queste ore la Russia in Ucraina. Sono azioni militari inaccettabili”, ha aggiunto.

ORE 18.25 – “Per settimane abbiamo assistito a una cinica messa in scena da parte della Russia, a un incredibile dispiegamento di truppe e ora i timori peggiori si sono avverati”. Lo ha detto da Parigi il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, lasciando intendere – come riporta l’agenzia Dpa – gravi conseguenze per la Russia. “Condanniamo in modo congiunto questa violazione del diritto internazionale e metteremo in atto misure”, ha affermato riguardo il riconoscimento da parte della Russia delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. “Ora dobbiamo reagire chiaramente insieme”, ha incalzato, aggiungendo che si tratta di inviare un segnale chiaro alla Russia ed evitare una nuova escalation.

ORE 18.23 – La Romania è pronta ad accogliere fino a 500mila profughi dall’Ucraina. Lo ha sottolineato il ministro romeno della Difesa, Vasile Dancu, all’indomani della decisione della Russia di riconoscere le autoproclamate Repubbliche di Donestk e Luhansk. “Questa è il numero per cui siamo preparati”, ha detto il ministro. “Per ora, si tratta di una situazione puramente ipotetica”, ha aggiunto durante un punto stampa.

ORE 18.15 – Tre le richieste di Vladimir Putin all’Ucraina, in quello che appare come un ultimatum: il governo di Kiev dovrebbe ritirare la sua richiesta di adesione alla Nato, demilitarizzare il Paese e riconoscere l’annessione della Crimea alla Russia, ha elencato il Presidente russo in una conferenza stampa oggi a Mosca.

ORE 18.14 – L’Ue si appresta a sanzionare i deputati della Duma russa che hanno votato il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk, le “principali banche russe” e farà in modo che Mosca non possa più collocare titoli di Stato nell’Ue. Lo spiega l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea Josep Borrell, in un’intervista trasmessa dall’emittente francese FranceInfo.

ORE 17.46 – Malgrado “ogni indizio indichi che la Russia continua a preparare un attacco pieno” all’Ucraina, “non è mai troppo tardi per non attaccare. Fate un passo indietro, allentate la morsa, impegnatevi in buona fede in sforzi diplomatici per trovare una soluzione diplomatica”. Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa a Bruxelles. La Russia ha sul campo, tra il suo territorio e quello della Bielorussia, oltre “150mila soldati”, con “molte unità dispiegate in formazione da combattimento, pronte a colpire. Abbiamo visto la notte scorsa che ulteriori truppe russe sono entrate ieri nel Donbass, in parti di Donetsk e Luhansk”. Se la Russia “decide di usare ancora una volta la forza contro l’Ucraina, pagherà un prezzo ancora più alto”, conclude.

ORE 17.35 – La Nato “si compiace della decisione presa dal governo tedesco di non certificare Nord Stream 2”, il gasdotto, già ultimato, che avrebbe dovuto collegare direttamente la Germania alla Russia. Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, durante una conferenza stampa a Bruxelles, dopo l’annuncio arrivato oggi dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.

ORE 17.34 – Joe Biden anticipa il discorso sulla situazione in Ucraina e delle ultime azioni della Russia, che ora pronuncerà alle 13 ora di Washington, le 19 in Italia. Lo rendono noto fonti della Casa Bianca che in precedenza avevano detto che il presidente avrebbe parlato alle 20.

ORE 16.58 – Vladimir Putin nega di voler ricostruire un impero. Ci sono state “speculazioni” sul fatto “che la Russia voglia ristabilire un impero”, ma “ciò non corrisponde assolutamente alla realtà”, ha detto il presidente russo al Cremlino. La scorsa notte, dopo il riconoscimento russo delle repubbliche separatiste ucraine, l’ambasciatore americano all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, ha detto che Putin sogna “un impero russo”.

ORE 16.53 – Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, parlerà della situazione in Ucraina e di Russia alle 20, ora italiana. Lo ha reso noto la Casa Bianca.

ORE 16.50 – Un soldato dell’autoproclamata Repubblica di Luhansk, nell’Ucraina orientale, è morto in un bombardamento “delle forze armate di Kiev”. Lo ha reso noto la rappresentanza della Repubblica di Luhansk presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento del cessate il fuoco. Secondo un comunicato postato dalle autorità separatiste su Telegram, le forze ucraine hanno sparato sei colpi di mortaio da 82 mm e tre razzi anti-tank contro il villaggio di Novotoshkivskoye e hanno aperto il fuoco con armi leggere contro il villaggio di Zhelobok, provocando la morte di un soldato.

ORE 16.43 – Il presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko ha annunciato l’intenzione di acquistare jet, elicotteri militari e sistemi missilistici antiaerei dalla Russia. Lo riporta l’agenzia di stampa Belta dicendo che il presidente bielorusso è intenzionato rafforzare la sua cooperazione militare con la Russia per aumentare le sue capacità di difesa mentre crescono le tensioni in Europa a causa della crisi ucraina.

ORE 16.21 – Il rafforzamento delle relazioni tra Turchia e Ucraina e la situazione regionale sono stati i temi centrali di un colloquio telefonico tra il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ed il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. Secondo un comunicato diffuso dalla presidenza turca, nel corso della telefonata i due leader hanno discusso in particolare del riconoscimento da parte della Russia dell’indipendenza delle regioni separatiste di Donetsk e Luhansk.

ORE 16.07 – La Casa Bianca ha parlato delle truppe russe nell’est dell’Ucraina come di una ”invasione”. Su Twitter, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki ha anche annunciato ”misure” che verranno annunciate ”oggi”. Il presidente americano Joe Biden ”ha chiarito che se la Russia avesse invaso l’Ucraina, avremmo agito con la Germania per garantire che il Nord Stream 2 non andasse avanti. Siamo stati in stretta consultazione con la Germania durante la notte e accogliamo con favore il loro annuncio. Daremo seguito alle nostre misure oggi”.

ORE 15.45 – L’Ungheria dispiegherà altre truppe nella parte orientale del Paese, nei pressi del confine con l’Ucraina. Lo ha annunciato il ministro della Difesa di Budapest, Tibor Benko, aggiungendo che il suo Paese deve prepararsi a un’eventuale ondata di rifugiati. “Il compito delle forze armate ungheresi è duplice: il primo è assistere nella soluzione dei problemi umanitari, l’altro è proteggere il confine e garantire che nessun gruppo armato possa entrare in Ungheria. A tal fine, ho ordinato il dispiegamento di un numero sufficiente di forze armate ben equipaggiate nella parte orientale dell’Ungheria. In altre parole, il confine deve essere rafforzato”, ha affermato Benko, citato dall’emittente M1.

ORE 15Standard and Poors lancia l’allarme per il rischio di attacchi hacker ai sistemi ucraini nel quadro dell’escalation della crisi con la Russia dopo l’ingresso dell’esercito di Mosca nel Donbass. Un cyber attacco “potrebbe creare effetti a catena su imprese, governo e altri soggetti nella regione e al di fuori”, sottolinea Zahabia Gupta, analista di S&P. “Stiamo monitorando se questo tipo di attacchi possa diffondersi oltre i confini del paese e le sue potenziali implicazioni” in termini economici, aggiunge.

ORE 14.40 – La Duma di Stato in Russia ha approvato all’unanimità, e con ovazione dei deputati, i Trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca con le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk presentati al Parlamento dal Presidente Putin dopo aver dichiarato il riconoscimento della sovranità delle due entità e firmato gli accordi con i ‘presidenti’ di Donetsk e Luhansk, Denis Pushilin e Leonid Pasechnik. I trattati passano ora al Consiglio della Federazione, ha precisato il Presidente della Camera bassa del Parlamento, Vyacheslav Volodin. Nei trattati identici per le due ‘repubbliche’ si precisa che alle parti “sarà garantito il diritto a costruire, usare e migliorare infrastrutture militari sul reciproco territorio”.

ORE 14.20 – Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha annunciato “la prima tranche” di sanzioni contro la Russia, all’indomani del riconoscimento delle due Repubbliche autoproclamate nel Donbass. Come ha spiegato lo stesso leader britannico nel suo intervento ai Comuni, le sanzioni riguardano cinque banche russe: Rossiayaz Bank, Is Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank. Misure restrittive sono state imposte anche agli oligarchi Gennady Timchenko, Igor Rotenberg e Boris Rotenberg, i cui asset nel Regno Unito sono stati congelati, ha spiegato Johnson, sottolineando che altre sanzioni saranno imposte in caso di “invasione su larga scala”.

ORE 14.10 – La Russia sta cercando di creare “il pretesto” per lanciare “un’offensiva su larga scala” contro l’Ucraina e l’ordine dato dal presidente Vladimir Putin per l’ingresso di presunte truppe di “peacekeeping” nell’Ucraina orientale “equivale a una rinnovata invasione di quel paese”. Lo ha dichiarato il primo ministro britannico, Boris Johnson, riferendo ai Comuni sulla crisi in corso, all’indomani del riconoscimento da parte russa delle due Repubbliche autoproclamate nel Donbass. Secondo Johnson, la Russia ha “violato in modo flagrante” gli accordi di pace e la decisione di riconoscere Luhansk e Donetsk significa “negare la legittimità dell’Ucraina come Stato”. “Se dovesse accadere il peggio, una nazione europea di 44 milioni di uomini, donne e bambini diventerebbe il bersaglio di una guerra di aggressione su vasta scala condotta senza uno straccio di giustificazione per le ragioni assurde e persino mistiche descritte da Putin la notte scorsa”, ha aggiunto Johnson, secondo cui i leader occidentali hanno “esplorato ogni strada” per una soluzione diplomatica e non si arrenderanno fino “all’ultimo momento possibile”.

ORE 14 – Kiev applaude alla decisione delle autorità tedesche di bloccare il processo di autorizzazione del gasdotto North Stream 2, riconoscendo che si tratta, da parte di Berlino, di una ‘decisione dura’. “La vera leadership implica l’adozione di decisioni dure in momenti difficili. La mossa della Germania dimostra esattamente questo”, ha scritto il ministro degli Esteri ucraino, Dmitro Kuleba, su Twitter. Per Kuleba la scelta è “corretta” in termini “morali, politici, pratici” date le “circostanze attuali”.

ORE 13.45 – Il Foreign Office britannico ha convocato l’ambasciatore russo in Gran Bretagna per chiedergli conto della “violazione del diritto internazionale da parte della Russia e del disprezzo della sovranità dell’Ucraina”. Lo ha annunciato in un tweet la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, sottolineando che “stiamo imponendo sanzioni dure in risposta”.

ORE 13.36 – Nel pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia che verrà discusso oggi dai ministri degli Esteri dell’Ue a Parigi ci sono “proposte volte a prendere di mira la capacità dello Stato e del Governo della Russia di accedere ai mercati dei capitali e ai servizi finanziari dell’Ue, per limitare il finanziamento di politiche escalatorie ed aggressive” nei confronti dell’Ucraina. Lo dichiara la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. Le sanzioni, prosegue, prendono di mira anche “coloro che sono coinvolti nella decisione illegale” di riconoscere le due repubbliche separatiste e pure “le banche che finanziano le operazioni militari e di altro tipo russe in quei territori”.

ORE 13.29 – La Russia non intende interrompere le forniture di gas sui mercati globali. Lo ha assicurato il presidente Vladimir Putin all’indomani del riconoscimento delle due Repubbliche autoproclamate nel Donbass. “Un uso più ampio del gas naturale, uno dei tipi di combustibile più rispettosi dell’ambiente, è piuttosto rilevante in questa fase. La Russia è orientata a continuare la fornitura senza interruzioni di questa risorsa energetica, compreso il gas naturale liquefatto, sui mercati globali”, ha dichiarato Putin nel suo discorso a un forum dei Paesi esportatori di gas, secondo quanto riferito dal Cremlino sul suo sito.

ORE 13.13 – L’Ucraina “non può vincere una guerra solo con le sanzioni europee. L’intera gamma del sostegno militare Nato e dei partner Ue dovrebbe essere sul tavolo: la vacanza geopolitica dell’Ue è finita”. Lo scrive via social il gruppo del Ppe nel Parlamento Europeo, commentando lo stop al gasdotto transbaltico Nord Stream 2 deciso dal governo tedesco.

ORE 13.10 – “Il Cremlino non ha riconosciuto le autoproclamate” repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, “il Cremlino ha riconosciuto la sua aggressione contro l’Ucraina”. Lo ha scritto in un tweet il ministro ucraino della Difesa, Oleksii Reznikov. “Restiamo fiduciosi e calmi – ha aggiunto – Siamo pronti e in grado di difenderci e di difendere la nostra sovranità. Il mondo non può restare in silenzio”. Il ministro ha poi fatto riferimento alle nuove sanzioni che potrebbero colpire la Russia e ha aggiunto: “Nuovo muro di Berlino?”.

ORE 13.07 – “La sicurezza e la protezione dei cittadini britannici in Ucraina è la nostra massima priorità. Tutti i britannici dovrebbero andarsene ora tramite le rotte commerciali dal momento che sono ancora disponibili”. Lo ha dichiarato su Twitter la ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, ribadendo l’invito ai propri connazionali a lasciare il Paese. “Stiamo rafforzando i nostri team nella regione per supportare i britannici che se vanno una volta che hanno attraversato il confine”, ha aggiunto.

ORE 12.54 – Il ministero degli Esteri ucraino ha richiamato l’incaricato d’affari ad interim a Mosca, Vasyl Pokotylo, per “consultazioni” a seguito del riconoscimento da parte della Russia delle due Repubbliche autoproclamate del Donbass. E’ quanto si legge in una nota, nella quale si spiega che Pokotylo, il diplomatico ucraino di più alto livello in Russia, tornerà a Kiev dopo la “decisione illegale di riconoscere l’indipendenza” delle regioni separatiste di Donetsk e Luhansk.

ORE 12.37 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto di ritenere che ”non ci sarà una guerra” con la Russia. ”Sul piano militare, riteniamo che non ci sarà una guerra”, ha detto nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente dell’Estonia a Kiev.

”Non ci sarà una guerra totale contro l’Ucraina e non ci sarà un’ampia escalation dalla Russia. Se dovesse esserci, metteremo l’Ucraina sul piede di guerra”, ha aggiunto.

ORE 12.20 – La Germania ha deciso la sospensione dell’autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2 con la Russia dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle due repubbliche separatiste autoproclamate di Luhansk e Donetsk. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz spiegando che ”oggi è la situazione è completamente diversa” e ”per questo dobbiamo rivalutare questa situazione, alla luce degli ultimi sviluppi”.

ORE 12.19 – La Casa Bianca sta valutando diverse misure da adottare per rispondere all’eventuale rialzo dei prezzo di gas e petrolio provocato dalle ostilità con la Russia, compreso un nuovo rilascio delle riserve strategiche di petrolio. E’ quanto riferiscono fonti dell’amministrazione riferendo dei piani di emergenza che sta mettendo a punto la Casa Bianca nel caso in cui la Russia, per rispondere alle sanzioni per l’invasione dell’Ucraina, dovesse rispondere tagliando le forniture di petrolio e di gas all’Europa ed altre parti del mondo.

ORE 12.18 – I rappresentanti permanenti degli Stati membri dell’Ue avrebbero trovato stamani a Bruxelles un ok di principio su un pacchetto di sanzioni mirate, dopo il riconoscimento delle repubbliche secessioniste del Donbass, che sarà sottoposto ai ministri degli Esteri nel Consiglio straordinario di questo pomeriggio a Parigi.

ORE 12.11 – La Russia riconosce le autoproclamate Repubbliche popolari di Luhansk e Donetsk, vale a dire i territori “entro i quali la leadership delle due Repubbliche esercita autorità e giurisdizione”, ha spiegato il ministero degli Esteri, rilanciato dall’agenzia Ria Novosti. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha ripetuto più volte la formula secondo cui Mosca riconoscerà le repubbliche separatiste “entro i confini che si sono date”. In gioco c’è il riconoscimento anche di porzioni di territorio delle due regioni amministrative ora controllate da Kiev (Mariupol, per esempio). Peskov ha rifiutato di precisare se la Russia riconoscerà o meno regioni che includano città come Mariupol.

ORE 12.10 – “Non prestiamo attenzione ai vari commenti dei media britannici”. E’ la replica alla Tass del capo del comitato organizzatore di San Pietroburgo, Alexey Sorokin, alla notizia apparsa sul ‘Guardian’ secondo cui alla luce della crisi tra Ucraina e la Russia l’Uefa “non potrebbe avere altra scelta” se non quella di spostare la finale di Champions League programmata per il 28 maggio a San Pietroburgo.
“Ci siamo occupati di questo negli ultimi 15 anni, dal 2008, quando si supponeva che qualcosa ci sarebbe stato portato via -ha aggiunto Sorokin riferendosi a quando la Russia ha tenuto la finale di Champions League a Mosca nel 2008-. Ci stiamo preparando per la finale come previsto. Stiamo aspettando l’arrivo di oltre 50.000 tifosi stranieri”.

ORE 11.59 – Mosca è sempre pronta a dialogare con Washington e la decisione di riconoscere l’indipendenza delle due repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk non modifica questa volontà. Lo ha riferito la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, intervenendo sul canale YouTube Solovyov Live, secondo quanto riporta l’agenzia Tass. “Anche nei momenti più difficili siamo pronti per il negoziato”, ha detto, “siamo sempre a favore della diplomazia”, ha aggiunto.

ORE 11.57 – E’ “inaccettabile” il riconoscimento da parte della Russia delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk. Parola di Recep Tayyip Erdogan. La Turchia, ha detto secondo dichiarazioni riportate dall’agenzia Anadolu, “considera inaccettabili le mosse della Russia” e “fa “appello alle parti a rispettare il diritto internazionale e il buonsenso”.

ORE 11.56 – La mossa di Vladimir Putin di riconoscere l’indipendenza delle repubbliche separatiste dell’Ucraina ed ordinare l’ingresso di truppe, ha messo nelle ultime ore gli Stati Uniti di fronte al “non facile dilemma se questo costituisca o no invasione”. E’ quanto scrive oggi il Washington Post, notando che immediatamente dopo il discorso di Putin la Casa Bianca ha annunciato delle sanzioni, limitate agli investimenti nel Donbass, specificando che non si tratta di quelle severissime minacciate in caso di invasione.
L’incertezza riguardo alla risposta da dare alle azione della Russia sembra essere provocata intenzionalmente da Putin, spiega al Post Ian Bremmer. “Se io avessi consigliato Putin io gli avrei detto di fare questo perché ora abbiamo un problema” continua l’analisi del presidente di Eurasia Group, sottolineando che il presidente russo “non è entrato” completamente in Ucraina deliberatamente perché “l’intero obiettivo è non rendere facile la risposta dell’Occidente”.

ORE 11.51 – Alla luce della crisi con l’Ucrania, la Uefa potrebbe decidere di privare la Russia della finale di Champions League in programma a San Pietroburgo il 28 maggio. A quanto riporta il ‘Guardian’ l’Uefa sta monitorando l’evolversi della situazione ma, al momento, non è stato attuato nessun piano immediato per il cambio di sede. La posizione attuale della Uefa rimane che la partita si giocherà a San Pietroburgo, ma è chiaro che la situazione è in evoluzione, con i funzionari che stanno valutando piani di emergenza.

ORE 11.49 – Il ministro degli Esteri siriano Faisal Mekdad ha espresso il “pieno sostegno” di Damasco al riconoscimento della sovranità di Donetsk e Luhansk da parte della Russia. “Sta accedendo qualcosa di molto importante ora. La dichiarazione di ieri di Vadimir Putin è una pietra miliare storica”, ha affermato, citato dalla Tass.

ORE 11.48 – ”La minaccia all’Ucraina è una minaccia alla sicurezza dell’Europa” tutta. Lo ha detto il presidente dell’Estonia, Alar Karis, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Kiev con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Secondo Karis va lasciata aperta una porta all’Ucraina perché possa far parte della Nato e dell’Unione europea. ”Voi appartenente all’Europa”, ha detto rivolto al presidente ucraino.

ORE 11.47 – “La Russia non sta invadendo l’Ucraina. Poi, per carità, tutto può accadere ma credo che Putin (e non solo) tutto voglia fuorché una guerra. Oltretutto se per le truppe russe invadere l’Ucraina potrebbe esser semplice, controllare un territorio vasto e in gran parte ostile ai russi è un’operazione impossibile. Ieri la Russia, in una fase di stallo dei negoziati, si è limitata a formalizzare l’esistenza (dunque riconoscere) di due repubbliche separatiste e russofone: la Repubblica Popolare di Doneck e quella di Lugansk. Si tratta di territori che la Russia controlla politicamente e militarmente da otto anni. Nulla di nuovo dunque e, per adesso, nulla di particolarmente preoccupante (posto che in tali contesti la situazione può sempre precipitare velocemente)”. Così su Facebook Alessandro Di Battista.
“La Russia, giustamente, chiede garanzie – prosegue Di Battista – riguardo la neutralità futura dell’Ucraina. Un’eventuale entrata (oggi impossibile ma domani chissà) dell’Ucraina nella Nato rappresenterebbe una minaccia inaccettabile per Mosca. Come inaccettabile (tant’è che si arrivò a rapidi negoziati) fu l’istallazione di impianti missilistici sovietici a Cuba, a poche centinaia di km dalla Florida, nell’ottobre del 1962. E’ difficile che la Russia possa ottenere un documento scritto (un trattato, per intenderci) che attesti un assoluto diniego da parte della Nato di aprire in futuro le porte all’Ucraina. Ad ogni modo con la mossa di ieri, definita da una serie di analisti, più teatrale che sostanziale, Putin allontana per qualche anno tale ipotesi. D’altro canto come potrebbe mai la Nato fare entrare nell’alleanza un paese che non controlla il proprio territorio?”.

ORE 11.46 – Il Parlamento russo ha ratificato gli accordi di collaborazione politica e militare con le due repubbliche separatiste ucraine di Dontetsk e Luhansk, dopo il riconoscimento firmato ieri dal presidente Vladimir Putin. La Duma, la Camera bassa del Parlamento, ha votato gli accordi all’unanimità, con 400 voti favorevoli. Stamani, i parlamenti delle due repubbliche avevano ratificato il “Trattato di amicizia e cooperazione con la Federazione russa”.

ORE 11.40 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiesto l’interruzione ”immediata” del progetto Nord Stream 2 tra Germania e Russia dopo che Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle due repubbliche separatiste autoproclamate di Luhansk e Donetsk. Parlando nel corso di una conferenza stampa con il presidente dell’Estonia, Zelensky ha invitato gli alleati occidentali ad adottare una posizione dura e ”sanzioni immediate” nei confronti della Russia e a non aspettare l’escalation della crisi. Tra le sanzioni, ha chiesto ”l’arresto immediato del Nord Stream 2”.

ORE 11.39 – Teheran chiede “moderazione” sulla crisi ucraina e non risparmia accuse a Usa e Nato dopo il riconoscimento da parte della Russia delle repubbliche autoproclamate del Donbass e l’invio di truppe nella regione orientale dell’Ucraina. L’Iran, che sollecita il “dialogo”, fa “appello a tutte le parti a evitare azioni che potrebbero aggravare le tensioni”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri della Repubblica Islamica, Saeed Khatibzadeh, in dichiarazioni riportate dall’agenzia Mehr. “Purtroppo le interferenze della Nato e le mosse provocatorie guidate dagli Usa hanno complicato le condizioni nella regione”, ha affermato, aggiungendo che Teheran segue “con grande attenzione” gli sviluppi.

ORE 11.32 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sta valutando di interrompere i rapporti diplomatici con la Russia dopo che Vladimir Putin ha riconosciuto l’indipendenza delle due repubbliche separatiste autoproclamate di Luhansk e Donetsk, nell’Ucraina orientale. Lo ha detto lo stesso Zelensky nel corso di una conferenza stampa congiunta con il presidente dell’Estonia.
Zelensky ha spiegato che sta valutando la proposta del suo ministero degli Esteri sull’interruzione dei rapporti diplomatici con Mosca. ”Ho ricevuto dal ministero degli Esteri una richiesta di considerare la questione dell’interruzione delle relazioni diplomatiche tra Ucraina e Russia. Dopo questa conferenza stampa, prenderò in considerazione questo problema e non solo questo”, ha detto

ORE 11.31 – “Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia”. Così il premier Mario Draghi, aprendo il suo intervento alla cerimonia al Consiglio di Stato.

ORE 11.08 – “Oggi pomeriggio qui a Parigi si terrà il consiglio europeo dei ministri degli Affari Esteri in cui daremo l’ok politico alle sanzioni nei confronti della Russia: quello che è avvenuto ieri con il riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche autoproclamate del Donbass è inaccettabile e l’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni”. A dichiararlo questa mattina a Parigi, dove nel pomeriggio si terrà il Consiglio dei ministri degli Esteri Ue, è stato il capo della diplomazia italiana, Luigi di Maio.

ORE 10.51 – “I nostri colleghi europei, americani e britannici non si fermeranno e non si calmeranno finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità per la cosiddetta ‘punizione della Russia”’, ha detto Lavrov. ”Ci stanno già minacciando con ogni sorta di sanzioni o, come si dice ora, ‘la madre di tutte le sanzioni’. Bene, ci siamo abituati. Sappiamo che le sanzioni verranno comunque imposte, in ogni caso. Con o senza motivo”, ha aggiunto.

ORE 10.27 – “Non lasciare nulla di intentato per evitare che alla gravissima precipitazione di queste ore segua un ulteriore drammatico aggravamento della crisi”. È l’appello che è venuto dall’Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi, della Commissione Affari Esteri della Camera dei deputati, riunito questa mattina sugli sviluppi della crisi in corso tra Russia e Ucraina. L’Ufficio di Presidenza ha deliberato che la Commissione sia convocata in modo permanente per seguire tempestivamente gli sviluppi della crisi.

In mattinata, il Presidente Fassino prenderà contatti per consultazioni con i Presidenti delle Commissioni Esteri della Verkhovna Rada ucraina, della Duma di Stato russa e dei Parlamenti dei principali Paesi europei e degli Stati Uniti. Nella giornata di oggi, alle ore 14, la Commissione svolgerà l’audizione dell’Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a New York.

ORE 10.26 – Le autorità delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, nell’est dell’Ucraina, hanno approvato oggi leggi di ratifica dei Trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca con la Russia, all’indomani dell’annuncio di Putin sul riconoscimento delle due entità. I consigli popolari delle due repubbliche, riferisce Sputnik, hanno approvato all’unanimità le leggi di ratifica.

ORE 10.25 ”La Russia ha ”di fatto annesso” parte dell’Ucraina e questo è ”un fatto gravissimo’‘ che dovrebbe ”preoccupare tutti noi in Europa”. Lo ha detto il ministro della Difesa britannico Ben Wallace parlando a una riunione delle Forze di spedizione congiunte. L’Ucraina ”è uno stato sovrano, uno stato democratico in Europa. Tutti noi in Europa dovremmo essere preoccupati e non esitare a decidere azioni che possano far desistere il presidente Putin a minacciare la Nato, ma anche l’Europa e, ancora più importante, i nostri valori”, ha aggiunto.

ORE 10.09 – Nei confronti della Russia, dopo il riconoscimento delle repubbliche secessioniste del Donbass, “credo che dobbiamo imporre un primo pacchetto” di sanzioni. “Possiamo discutere se il pacchetto completo oppure solo alcuni elementi” del pacchetto. “Sono assolutamente convinto che saremo uniti”. Lo dice il ministro degli Esteri della Lettonia Edgar Rinkevics, a margine del Forum sull’Indo-Pacifico a Parigi.

“Dobbiamo respingere questo atto imperialistico della Russia – aggiunge – dobbiamo imporre sanzioni chiare e forti alla Russia, per scoraggiare ulteriori escalation. E’ l’ora della diplomazia, ma anche di un’azione molto forte. Dobbiamo aiutare l’Ucraina anche mandando armi, perché vediamo che è sotto attacco”, conclude.

ORE 10.09 – Il primo ministro britannico Boris Johnson ha affermato che il Regno Unito lavorerà per far sì che “Putin fallisca” se compie un’invasione su vasta scala di Kiev, “che è ciò che sembra voler fare”. Al termine di un vertice di emergenza del comitato Cobra, Johnson ha detto che Londra continuerà a impegnarsi sul piano diplomatico. Allo stesso tempo ha affermato che “voglio solo che tutti non abbiano dubbi sul fatto che se Vladimir Putin continua su questa strada della violenza, dell’aggressione, di un’invasione su vasta scala, di accerchiare la stessa Kiev che è quello che sembra voler fare, catturare la capitale ucraina, è assolutamente vitale che quello sforzo, quella conquista di un altro Paese europeo, non vada a buon fine e che Putin fallisca”.

ORE 10 – Il presidente russo Vladimir Putin ha deciso ”un’invasione su larga scala dell’Ucraina” e per questo la Gran Bretagna è pronta già oggi con una ”prima raffica di sanzioni economiche contro la Russia” che ”faranno molto male”. Lo ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson al termine della riunione straordinaria del comitato Cobra. Pronto, quindi, un “pacchetto immediato di sanzioni internazionali” necessario dopo che Putin ”ha stravolto completamente il diritto internazionale”.

ORE 9.58 – “Approfittando del fatto che quasi tutti i ministri degli Esteri sono qui, ho convocato un Consiglio Affari Esteri d’urgenza qui a Parigi, dopo la riunione sull’Indo Pacifico. E’ un Consiglio d’urgenza informale, un Gymnich, che prenderà decisioni sulla risposta europea” alle , che assumerà la forma delle sanzioni”. Lo dice l’Alto Rappresentante Josep Borrell, a Parigi.

“I ministri – continua Borrell – ne discuteranno la portata, su mia proposta. Le sanzioni sono competenza del Consiglio, che decide su proposta dell’Alto Rappresentante. La decisione va presa all’unanimità e sono sicuro che verrà presa all’unanimità. Non vuol dire che oggi prenderemo tutte le decisioni, ma prenderemo quelle immediate”. “Le truppe russe – sottolinea Borrell – sono entrate nel Donbass, che consideriamo parte del territorio ucraino. Non è un’invasione piena, ma le truppe russe sono su suolo ucraino”.

ORE 9.48 – Dopo il riconoscimento da parte della Russia delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk, “è evidente che prenderemo l’iniziativa di adottare delle sanzioni e ci riuniremo, al di là del forum sull’Indo-Pacifico che si tiene stamani, questo pomeriggio con i colleghi europei per decidere insieme le misure da adottare”. Lo dice il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian (la Francia ha la presidenza di turno del Consiglio Ue), da Parigi, dove è in corso un forum dedicato all’area dell’Indo-Pacifico, cui partecipa anche l’Alto Rappresentante Josep Borrell. Il riconoscimento delle due repubbliche, aggiunge, costituisce “una rinuncia agli accordi di Minsk. La situazione è molto grave”. L’Ue dimostrerà “fermezza”, perché si tratta di un'”azione inaccettabile della Russia”. Infine, Le Drian si aspetta che gli europei oggi dimostreranno “unità” sulle sanzioni.

ORE 9.44 – ”L’attacco unilaterale all’integrità territoriale dell’Ucraina e la totale violazione del diritto internazionale da parte della Russia giustifica nuove, severe, sanzioni”. Lo ha scritto su Twitter la presidente del Parlamento europeo Roberta Mestola. ”Non lasceremo il popolo ucraino ai loro aggressori. La posizione del Parlamento europeo è chiara: siamo a fianco dell’Ucraina”, ha aggiunto.

ORE 9.36 – Kiev “capisce che le intenzioni e l’obiettivo della Russia sono di provocare l’Ucraina”. Questo quanto affermato dal governo ucraino in una dichiarazione diffusa dal ministero degli Esteri, che ha puntato il dito contro le ultime decisioni di Mosca, che “possono significare il suo ritiro dagli accordi di Minsk”. “Stiamo tenendo conto di tutti i rischi e non cadiamo nelle provocazioni, visto che restiamo impegnati in un accordo politico e diplomatico del conflitto armato tra Russia e Ucraina”, si legge ancora. “Il servizio diplomatico ucraino sta usando tutto il proprio arsenale di strumenti diplomatici per evitare un’espansione del conflitto armato”.

ORE 9.26 – L’Australia ha chiuso temporaneamente la sua ambasciata in Ucraina, trasferendo il personale diplomatico in Polonia e in Romania. La scorsa settimana l’Australia aveva trasferito la propria ambasciata da Kiev a Lviv, considerata ”più sicura”. L’Australia ha condannato ufficialmente il riconoscimento delle ”repubbliche del Donbass” da parte del presidente russo Vladimir Putin e l’entrata dell’esercito di Mosca in Ucraina.

ORE 9.22 I rappresentanti permanenti degli Stati membri dell’Ue si riuniscono stamani a Bruxelles, alle 9.30, per discutere delle sanzioni da adottare nei confronti della Russia dopo il riconoscimento delle repubbliche secessioniste di Donetsk e Luhansk. E’ probabile che il tema venga in qualche misura affrontato anche nel Consiglio Affari Generali (Cag), che si riunisce stamani nella capitale belga.

ORE 9.13 – Le borse europee aprono in forte ribasso dopo l’intervento dell’esercito russo nelle repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk. A Piazza Affari il Ftse Mib perde il 2,53% a 25.430 punti. Londra cede l’1,39%, Francoforte il 2,46% e Parigi il 2%. Fra le materie prime balza il prezzo del petrolio. Il Wti sale del 4% a 93,8 dollari al barile e il Brent del 2,40% a 95,2 dollari. Sul listino principale della piazza milanese soffrono i bancari, con Unicredit in calo del 4,26% e Bper del 3,70%. Segnano ribassi oltre i tre punti percentuali Banca Generali, Buzzi Unicem, Azimut, Tim, Nexi, Cnh Industrial e Stellantis.

Malgrado le dichiarazioni di Kiev delle ultime settimane su un’esagerazione da parte degli Stati Uniti e dell’Occidente rispetto ad una minaccia russa al paese, il governo ucraino si è preparato discretamente all’ipotesi di un’invasione, secondo le fonti. “Hanno fatto tutto il necessario per prepararsi”. Un portavoce di Zelensky ha però chiarito che il leader ucraino e il suo omologo americano, Joe Biden, non hanno discusso della partenza del presidente da Kiev. Tali conversazioni sarebbero state condotte tra funzionari di grado inferiore, secondo la NBC.

ORE 8.53 – Il premier britannico Boris Johnson sta presiedendo una riunione di emergenza del comitato Cobra del governo a Downing Street per discutere della situazione in Ucraina. Lo riporta Sky News, anticipando che durante la riunione dovrebbe essere deciso “un significativo pacchetto di sanzioni”.

ORE 8.43 – La Russia riconoscerà l’indipendenza dell’intera regione di Donetsk e Luhanks nell’Ucraina orientale. Lo ha dichiarato il numero due della Russia e presidente del Comitato per gli Affari post sovietici Leonid Kalashnikov.

ORE 8.32 – Due soldati ucraini sono stati uccisi nella notte e altri 12 sono rimasti feriti da colpi di mortaio. E’ quanto si legge nel rapporto di questa mattina delle Forze congiunte ucraine diffuso dal ministero della Difesa. Sono 84 le violazioni segnalate da Kiev del cessate fuoco nelle ultime 24 ore compiute dalle forze filo-russe. In 64 violazioni sono state usate armi proibite dagli Accordi di Minsk.

ORE 8.23 – Vladimir Putin sogna un impero russo e “in sostanza vuole che il mondo viaggi indietro nel tempo. Ad un tempo precedente le Nazioni Unite. Un tempo in cui gli imperi dominavano il mondo. Ma il resto del mondo è andato avanti . Non siamo nel 1919, siamo nel 2022”. A dichiararlo è stata Linda Thomas-Greenfield, ambasciatore americano alle Nazioni Unite. “Dobbiamo mettere in chiaro – ha aggiunto intervenendo al Palazzo di Vetro – che un attacco all’Ucraina è un attacco alla sovranità di ogni stato membro dell’Onu e alla Carta dell’Onu e andrà incontro a rapide e severe conseguenze”.

ORE 8.05 L’ordine di dispiegamento di truppe russe nella regione ucraina del Donbass altro non è che il primo passo di una più ampia invasione. A dichiararlo è stata Linda Thomas-Greenfield, ambasciatore statunitense alle Nazioni Unite, intervenendo alla riunione di emergenza dell’esecutivo Onu a New York. L’affermazione del presidente russo Vladimir Putin, che ha annunciato l’invio di una forza di pace è “senza senso”. “Si tratta chiaramente di una mossa che serve da base per il tentativo russo di creare un pretesto per un’ulteriore invasione dell’Ucraina”. Con il riconoscimento delle autoproclamate Repubbliche di Luhansk e Donetsk Putin “ha distrutto gli accordi di Minsk”.

ORE 7.49 – La Francia ha annunciato sanzioni mirate contro Mosca in risposta all’invio di truppe nella regione dell’Ucraina orientale. “Con i nostri partner europei, stiamo preparando sanzioni mirate contro coloro che hanno preso parte a questa decisione illegale”, ha dichiarato al Palazzo di Vetro l’ambasciatore francese alle Nazioni Unite, Nicolas de Riviere.

ORE 7.41 – “La Russia ha ripetutamente insistito sul fatto di non essere parte del conflitto ucraino. Oggi si è smascherata e mostra di esserlo sempre stata”. A dichiararlo, intervenendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è stato l’ambasciatore tedesco all’Onu Antje Leendertse, sottolineando come Mosca abbia rivelato le sue vere intenzioni con l’ordine di dispiegamento nelle regioni orientali dell’Ucraina di quella che definisce una forza di peacekeeping. “Con i nostri alleati e partner adotteremo misure ferme ed adeguate in risposta alla violazione del diritto internazionale da parte della Russia che avrà gravi conseguenze economiche, politiche e geostrategiche”, ha affermato Leendertse.

ORE 7.31“Siamo ancora aperti alla diplomazia, ad una soluzione diplomatica, ma non intendiamo più permettere un nuovo massacro sanguinoso”. A dichiararlo è stato l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasili Nebenzia. “Ora – ha dichiarato intervenendo al Palazzo di Vetro – è importante concentrarsi su come evitare la guerra e costringere l’Ucraina a fermare i bombardamenti e le provocazioni contro Donetsk e Luhansk”. Nonostante ciò, ha chiarito, la Russia “rimane aperta alla diplomazia”. “Kiev non solo è tornata molto rapidamente alla retorica militante e ha continuato a bombardare i civili, ma ha anche fatto di tutto per sabotare e infine distruggere gli accordi di Minsk”, ha affermato.

ORE 7.27 – Le decisioni prese da Mosca in merito alle Repubbliche dell’est dell’Ucraina sono state attuate per prevenire uno ‘spargimento di sangue’ e ‘proteggere e preservare’ i residenti di quelle regioni, ha dichiarato l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vasili Nebenzia, citato dalla Tass. Nebenzia riguardo al riconoscimento russo di Donetsk e Luhansk sostenendo che l’Ucraina stava “parlando con i propri cittadini nell’est del paese con un linguaggio fatto di cannoni, spari, minacce e bombardamenti”. “Più e più volte, abbiamo chiesto a Kiev di ascoltare le aspirazioni delle persone che vivono nel Donbass e dei residenti di lingua russa del paese, di rispettare il loro desiderio completamente legittimo di usare la loro lingua madre e di insegnare quella lingua ai loro figli”, ha dichiarato ancora il diplomatico, citato dalla Cnn.

ORE 7.20 – La Russia ha minacciato l’Ucraina di ulteriori conseguenze in caso di “piani militari” a seguito del riconoscimento di Donetsk e Luhansk da parte del Cremlino. Intervenendo al Palazzo di Vetro a New York, l’ambasciatore russo alle Nazioni Unite Vassily Nebenzia ha detto che Kiev aveva in programma di bombardare e provocare Luhansk e Donetsk. A seguito del riconoscimento delle due regioni da parte di Mosca, ciò potrebbe avere “conseguenze estremamente pericolose”, ha affermato in una riunione di emergenza dell’esecutivo Onu. Nebenzia ha accusato la dirigenza ucraina per la escalation delle tensioni. Il “rifiuto netto” di Kiev di parlare direttamente con i leader separatisti nel Donbass – ha affermato – dimostra che l’Ucraina non intende adempiere alla sua parte degli accordi di Minsk. Per evitare la guerra, ha concluso, l’Ucraina deve essere costretta a porre fine alle sue “provocazioni”.

ORE 7.08 – La decisione di Mosca di riconoscere le Repubbliche autoproclamate di Luhansk e Donetsk ricalca quanto già fatto dalla Russia in Georgia nel 2008 con il riconoscimento di Ossezia del sud e Abkhazia. A sottolinearlo è stato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite Sergiy Kyslytsya intervenendo in nottata alla riunione dell’esecutivo Onu. “Oggi il Cremlino ha copiato e incollato parola per parola il decreto della Georgia del 2008”, ha detto, alzando un foglio stampato. “Nessuna creatività”, ha aggiunto. “La fotocopiatrice del Cremlino funziona molto bene”.

ORE 7.04Kiev chiede a Mosca di rinunciare al riconoscimento delle Repubbliche autoproclamate del Donbass. “Chiediamo alla Russia di cancellare la decisione sul riconoscimento e di tornare al tavolo negoziale”, ha affermato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya, durante la riunione di emergenza dell’esecutivo Onu. “Condanniamo l’ordine di dispiegamento di truppe addizionali nei territori dell’Ucraina. Chiediamo un ritiro immediato, completo e verificabile delle truppe di occupazione”.

(AdnKronos)

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