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Come prossimo inquilino del Quirinale gli italiani vorrebbero una figura che abbia un grande prestigio internazionale oltre che una lunga attività all’interno delle istituzioni. Tra le personalità che potrebbero ricoprire questo ruolo, per il 17% degli italiani il nome migliore sarebbe Mario Draghi, seguito da Silvio Berlusconi al 10% e da due donne, Emma Bonino e Marta Cartabia, rispettivamente all’8% e al 5%. Sono questi alcuni dei risultati emersi dal sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 diffuso oggi dalla testata. Al 5% anche Romano Prodi. Seguono Walter Veltroni (4%), Mario Monti (3%), Paolo Gentiloni, Pier Ferdinando Casini, Elisabetta Casellati, Dario Franceschini, ( tutti al 2%), poi Paola Severino, Franco Frattini e Giuliano Amato (tutti all’1%), altri nomi (4%). Nessuno dei nomi proposti è idoneo per il 18%, mentre non sa rispondere il 15%. Nonostante Draghi sia il nome più gradito, gli italiani non sarebbero favorevoli alla sua elezione se questa comportasse elezioni anticipate: è contrario a questa possibilità il 49%, contro il 43% che è favorevole, non sa o non risponde l’8%.

Entrando nel dettaglio delle caratteristiche che il prossimo presidente della Repubblica dovrebbe avere, per il 28% dovrebbe avere un grande prestigio internazionale, per il 27% una lunga attività istituzionale, per il 20% non dovrebbe essere né un personaggio di destra né di sinistra mentre il 12% vedrebbe bene qualcuno che non fosse un politico. Per il 3% dovrebbe essere un candidato che abbia l’appoggio del partito che vota solitamente, mentre il 10% non sa cosa rispondere.

Il sondaggio ha poi misurato la fiducia degli italiani nei confronti del Governo Draghi: il 50% degli intervistati ha fiducia nel Governo Draghi (il 12% ha molta fiducia, ha fiducia il 38%), contro il 44% che non ne ha (ha poca fiducia il 30% e nessuna fiducia il 14%). Il 6% che non si esprime. Riguardo le proteste contro la scelta del Governo di utilizzare il Green pass come misura di contenimento, si registra un forte dissenso rispetto a queste manifestazioni. Il 33% non è d’accordo con le motivazioni di chi scende in piazza e vorrebbe impedire le proteste, il 31%, pur non condividendo i motivi, considera intoccabile il diritto a manifestare. Solo il 13% concorda con le motivazioni che hanno spinto migliaia di persone a protestare, ritenendo anche che sia giusto per questo scendere per questo in piazza, mentre il 16%, pur essendo d’accordo con le motivazioni, considera le manifestazioni di protesta sproporzionate.

(AdnKronos)

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