Il futuro di Taranto è ora nelle mani di Francesco Caio
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Chi è il grand commis del Governo per Taranto
Napoletano solo di nascita, 62 anni, grand commis delle Partecipazioni statali e presidente della Saipem, Francesco Caio è da una settimana, a titolo gratuito, il rappresentante e il negoziatore del Governo Conte bis nella trattativa con ArcelorMittal sull’acciaieria più grande d’Europa.
“Un negoziatore d’acciaio per salvare il futuro dell’ex Ilva”, titolava efficacemente ieri Affari&Finanza di Repubblica.
A parte le eccellenti doti personali, nessuno conosce meglio di lui questo dossier, perché proprio lui per conto del Governo Gentiloni ha trattato con l’allora ministro Carlo Calenda la vendita dell’Ilva al tycoon indiano Lakshmi Mittal.
Manager pubblico e privato di fama internazionale, Francesco Caio si è laureato nel 1980 con 110 e lode in ingegneria elettronica alla Bocconi di Milano, dove ha conseguito un master in computer science, seguito da un altro in business administration manager in Francia.
Gli inizi
La sua carriera comincia in Olivetti e poi alla Sarin del gruppo Stet, dove nasce la sua passione per le telecomunicazioni, che lo porterà alla napoleonica scalata della stessa Olivetti, dove nel 1995 darà l’impulso propulsivo alla fondazione di Omnitel, oggi Vodafone, il primo operatore privato di telefonia mobile.
Amministratore delegato di Olivetti, fa cadere la testa a numerosi manager, fino allo scontro diretto con il proprietario, Carlo De Benedetti, che lo porta a dimettersi e a mantenere la stessa carica, primo come esterno alla famiglia dei proprietari, nel campo degli elettrodomestici bianchi della Indesit di Vittorio Merloni.
Esperienza internazionale
E veniamo alla sua esperienza internazionale. Già tra l”86 e il ’91 aveva accresciuto la propria esperienza nel campo delle telecomunicazioni lavorando per McKinsey, la discussa multinazionale americana di consulenza strategica.
Lasciata fulmineamente la Merloni dopo averla resa più ricca e competitiva, la sua passione per le telecomunicazioni lo porta a fondare, nel 2000, la Netscalibur, che ha tra i suoi finanziatori Morgan Stanley.
Nel 2003 gli Inglesi lo chiamano per risanare la Cable & Wireless per offrirgli poi, a missione compiuta, la presidenza di Lehman Brothers Europe. Nel 2008, quando questa la acquisisce, Caio diventa vicepresidente della giapponese Nomura.
Dal 2011 al 2013 è alla guida di Avio, l’azienda aerospaziale, sovrintendendo alla cessione della divisione aeronautica alla General Electric.
I suoi incarichi come manager pubblico
Ed ecco il manager pubblico. Nel 2009 Silvio Berlusconi, al suo quarto governo, lo nomina consulente per la banda larga, mentre per Enrico Letta sarà commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale.
Nel 2014 diventa conosciuto al grande pubblico grazie alla semiprivatizzazione delle vecchie Poste Italiane concordata con il premier Matteo Renzi: meno postini, che ormai non hanno più le lettere da recapitare, e più finanza, in nome della redditività. Il tesoro delle Poste è dato dal risparmio che custodiscono e dalla capillare rete di ben 13.000 uffici che lui fa ristrutturare, trasformandoli in piccole filiali bancarie.
Caio ha sempre riconosciuto e rispettato il ruolo dei Sindacati, ma stavolta questi gli si rivoltano contro, rinfacciandogli il milione e duecentomila euro che guadagna. C’è anche la questione della sua opposizione al salvataggio del Monte dei Paschi di Siena, ragion per cui non viene più riconfermato.
E siamo dunque al Governo Gentiloni, che il 3 maggio 2018 gli offre per tre anni la presidenza di Saipem, di proprietà dell’ENI e di Cassa depositi e prestiti, che opera nel settore delle infrastrutture petrolifere.
Alla prova dell’ex Ilva
Ora Francesco Caio dovrà impegnarsi ad evitare in extremis “la battaglia giudiziaria del secolo” minacciata dal premier Giuseppe Conte contro Mittal senior e junior, trattando con l’amministratore delegato di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli, che conosce bene.
La proposta del Governo è quella che abbiamo pubblicato ieri.
Intanto, mentre scriviamo, a Roma sono riuniti a piazza Santi Apostoli in una grande manifestazione nazionale organizzata da CGIL, CISL e UIL un migliaio di lavoratori metalmeccanici dell’ex Ilva e dell’indotto, in sciopero dalle 23 di ieri alle 7 di domani. Lo sciopero coinvolge anche gli stabilimenti Ilva di Genova, Novi Ligure, Racconigi, Padova e Marghera. I segretari dei tre sindacati hanno tenuto i soliti discorsi di circostanza.
Giancarlo De Palo
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