Palazzo Chigi annuncia ricorso Cassazione contro sentenze Tribunale Catania
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Ricorsi contro la non convalida del trattenimento di migranti irregolari
Palazzo Chigi ha reso noto l’annuncio del ricorso in Cassazione contro le sentenze emesse dal Tribunale di Catania nelle scorse settimane. Queste sentenze hanno riguardato la non convalida del trattenimento di alcuni migranti tunisini e hanno sconfessato il cosiddetto decreto Cutro.
I motivi dei ricorsi
L’Avvocatura Generale dello Stato ha presentato oggi i ricorsi, in particolare, per contestare i provvedimenti con cui il Tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento di migranti irregolarmente giunti sul territorio nazionale. Questi ricorsi sono stati proposti alla Suprema Corte con l’obiettivo di far decidere a Sezioni Unite, considerando la novità e l’importanza della materia. Inoltre, affrontano i punti critici della motivazione delle ordinanze impugnate.
La violazione della direttiva 2013/33/UE
Uno dei principali argomenti dei ricorsi riguarda la violazione della direttiva 2013/33/UE. Contrariamente a quanto sostenuto nelle ordinanze, questa direttiva prevede procedure specifiche alla frontiera o nelle zone di transito per decidere sull’ammissibilità della domanda di protezione internazionale, soprattutto se il richiedente non è in possesso di documenti e proviene da un Paese considerato sicuro. La direttiva stabilisce anche che, in alternativa al trattenimento, si può optare per il pagamento di una cauzione, pertanto non vi è alcuna ragione per disapplicare i decreti del questore che fissano una delle due opzioni.
Gestione dei migranti e spostamenti
Inoltre, la direttiva contempla la possibilità che il richiedente possa essere spostato in una zona diversa da quella di ingresso, soprattutto se gli arrivi coinvolgono una quantità significativa di migranti che presentano la richiesta. Nel caso in cui il migrante provenga da un Paese qualificato come “sicuro,” spetta al richiedente dimostrare che, nella specifica situazione, il Paese non sia effettivamente sicuro, senza che il giudice faccia improprie presunzioni.
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(con fonte AdnKronos)
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