
Gerusalemme, rilasciato il Gran Muftì Mohammad Hussein
Aggiornamento ore 23 – Rilasciato il Gran Muftì di Gerusalemme Mohammad Hussein, divieto di accesso per lui nella moschea di Al-Aqsa
La polizia israeliana ha rilasciato Sheikh Muhammad Hussein, Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, arrestato poche ore prima nel complesso della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme Est. Il fermo è avvenuto subito dopo il sermone del venerdì, in cui il religioso aveva condannato le azioni dell’esercito israeliano nei confronti dei palestinesi da Rafah a Jenin.
Dopo il rilascio, a Sheikh Hussein è stato vietato l’accesso ad Al-Aqsa fino a domenica, con una convocazione per un ulteriore interrogatorio. Le motivazioni ufficiali dell’arresto non sono state rese note, ma il Dipartimento delle dotazioni islamiche e l’agenzia Anadolu denunciano l’ennesimo episodio di intimidazione ai danni del clero musulmano.
La notizia della prima ora – Le forze israeliane lo hanno prelevato all’interno del complesso della moschea di Al-Aqsa. Denuncia del Waqf: “Punito per aver condannato la politica di fame a Gaza”
GERUSALEMME – Le forze israeliane hanno arrestato oggi, venerdì 25 luglio, il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, Mohammad Hussein, al termine della preghiera del venerdì nel complesso della moschea di Al-Aqsa. A riferirlo è l’agenzia ufficiale palestinese Wafa, citando fonti del Dipartimento del Waqf Islamico.
Lo sceicco Hussein è stato fermato poco dopo aver pronunciato il sermone settimanale e prelevato dai cortili della moschea, prima di essere scortato verso la Porta Marocchina, uno degli accessi occidentali al complesso religioso.
Secondo fonti locali, l’arresto sarebbe avvenuto dopo che il religioso aveva condannato la politica israeliana nei confronti della popolazione palestinese a Gaza, parlando apertamente di “uso della fame come arma”. Le stesse fonti riferiscono che unità speciali della polizia israeliana hanno contemporaneamente fatto irruzione nella sala di controllo audio della moschea, così come negli uffici del capo della guardia e del direttore della moschea.
Al momento non ci sono conferme ufficiali da parte delle autorità israeliane in merito ai motivi dell’arresto. Il gesto ha già sollevato forti reazioni nel mondo arabo, alimentando nuove tensioni in un’area da mesi al centro di scontri e proteste.
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(con fonte AdnKronos)
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