Tajani all’Onu: “Due Stati unica via per la pace in Medio Oriente”
L’Italia ribadisce soluzione a due stati ma no a Gaza sotto Hamas e chiede riforme per un’Onu più rappresentativa
Alla Conferenza di Alto Livello sulla Soluzione a due Stati, convocata da Francia e Arabia Saudita a New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha riaffermato che “la soluzione dei due Stati è l’unica in grado di garantire la pace in Medio Oriente”, definendo “catastrofica” la situazione umanitaria a Gaza. Ha escluso “qualsiasi idea di trasferimento della popolazione” e condannato sia gli attacchi terroristici di Hamas a Gerusalemme sia l’espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Per Roma, un futuro pacifico richiede “un cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e una Gaza libera da Hamas e riunificata con la Cisgiordania sotto un’Autorità palestinese rafforzata e riformata”.
Soluzione a Due Stati ma prudenza su riconoscimento della Palestina
Mentre Francia e Regno Unito – seguiti da Canada, Australia e Portogallo – hanno annunciato il riconoscimento ufficiale dello Stato di Palestina, l’Italia mantiene una linea cauta. “Riconoscere lo Stato palestinese oggi non serve a granché”, ha spiegato Tajani, che continua a sostenere il processo dei due Stati senza un riconoscimento formale immediato.
Meloni a New York per l’Assemblea Onu
La premier Giorgia Meloni, giunta nella notte italiana a New York, interverrà al dibattito generale il 24 settembre alle 20.00. L’Assemblea, dedicata al tema “Meglio insieme: 80 anni e oltre per la pace, lo sviluppo e i diritti umani”, vedrà la presenza del segretario generale António Guterres, della presidente dell’Assemblea Annalena Baerbock, del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e del presidente statunitense Donald Trump. Tra i temi centrali anche la guerra in Ucraina: Roma intende discutere con i partner su come aumentare la pressione su Mosca per spingerla a negoziare “una pace giusta e duratura”.
Riforma delle Nazioni Unite
L’Italia, settimo contributore al bilancio Onu e nel 2025 al 70° anno di adesione, sostiene il gruppo “Uniting for Consensus”, che chiede un Consiglio di Sicurezza “più democratico, trasparente e inclusivo”, soprattutto a favore di Africa e Sud globale, opponendosi a nuovi seggi permanenti. Fonti diplomatiche sottolineano l’esigenza di “istituzioni meno burocratiche e più orientate alla gestione delle sfide comuni”.
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(con fonte AdnKronos)
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