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Svelati i segreti chimici dietro la preparazione della carbonara perfetta, dove la scienza incontra la tradizione culinaria

Dietro ogni grande piatto di carbonara si nasconde un’accurata combinazione di ingredienti e tecniche di cottura, guidata da principi chimici che trasformano semplici elementi in una delizia culinaria. La carbonara, uno dei simboli della cucina italiana, non è solo un piatto da preparare con cura, ma anche una lezione di chimica applicata in cucina. Scopriamo insieme come la scienza interviene nella realizzazione di questa ricetta tanto amata.

Gli Ingredienti e le Loro Proprietà

Per preparare una carbonara autentica, gli ingredienti fondamentali sono:

Uova: 1 tuorlo per persona e un uovo intero ogni 4 persone.
Pecorino Romano: 35 grammi a persona, per il suo sapore deciso e la sua capacità di fondersi alla perfezione.
Guanciale (o pancetta): 40 grammi a persona. La scelta del guanciale è cruciale per ottenere il giusto equilibrio di sapori.
Pasta: 100 grammi a persona, preferibilmente spaghetti o rigatoni.
Sale e pepe: Quanto basta per esaltare i sapori.

La procedura per chi sta dietro ai fornelli è semplice

Basta cuocere la pasta e al contempo fare rosolare il guanciale a cubetti o strisce in padella a fuoco medio-lento. Scolare la pasta al dente e terminate la cottura della pasta in padella assieme ai cubetti di guanciale. A questo punto spegnere il fuoco e far raggiungere una temperatura ideale di 65 °C e aggiungere l’uovo sbattuto e il pecorino.

La chimica della carbonara

Il procedimento appena eseguito consente di ottenere la carbonara perfetta, poiché il grasso presente nel guanciale ha una temperatura di fusione fra 33 e 44 °C, e il suo punto di fumo è a 190 – 240 °C, che ovviamente non va mai raggiunto.
Si definisce ‘punto di fumo’ la temperatura alla quale un olio inizia spontaneamente ad ossidarsi per contatto con l’aria e produce una colonna di fumo simile a quello di una sigaretta. La temperatura ideale è 140 °C circa, per conferire al guanciale il sapore e l’aroma tipico della carne arrostita. La temperatura di 180 – 200 °C porterebbe alla formazione di composti bruni (benzopireni).

La temperatura della pasta in padella non deve superare i 65 ° C, poiché se oltrepassata, a questa temperatura le proteine del tuorlo cominciano a coagulare, per diventare sodo a 70 °.

Alfonso Piscopo
Dir. Veterinario asp Agrigento

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