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L’Iran prevede di avere dalla “prossima settimana” uranio arricchito al 60% in risposta al “terrorismo nucleare”. E’ quanto ha affermato il presidente iraniano Hassan Rohani in dichiarazioni riportate da Press Tv dopo che nei giorni scorsi la Repubblica Islamica ha denunciato un “atto di sabotaggio” e di “terrorismo nucleare” nell’impianto di Natanz con accuse a Israele. “Se volete fermare la tecnologia pacifica dell’Iran e attaccarci, noi agiamo comunque nel rispetto della legge. Il vostro lavoro è stato terrorismo nucleare, il nostro è legittimo – ha sostenuto Rohani, citato anche dall’agenzia iraniana Mehr – Se i sionisti intraprendono azioni contro di noi, noi rispondiamo. Hanno avuto la prima risposta. Se create problemi alle centrifughe Ir-1 noi avviamo le Ir-6”.

“Le nostre attività nucleari saranno assolutamente pacifiche”, ha ripetuto Rohani. “Il nostro arricchimento (dell’uranio) al 60%, al 20% e anche al 3% è pacifico e sotto la supervisione dell’Agenzia”, ha rimarcato il presidente dopo che ieri il vice ministro degli Esteri e capo negoziatore iraniano a Vienna, Abbas Araqchi, ha fatto sapere di aver informato il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi, dei piani per l’avvio a partire da oggi dell’arricchimento dell’uranio al 60% nell’impianto di Natanz, quello dell’incidente di domenica scorsa che le autorità di Teheran hanno definito un “atto di sabotaggio” da imputare a Israele. “La modifica del processo è iniziata e ci aspettiamo di accumulare il prodotto la prossima settimana”, ha scritto nelle ultime ore su Twitter l’ambasciatore iraniano presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, Kazem Gharibabadi.

“Passo importante verso arma nucleare”

La decisione iraniana di arricchire l’uranio al 60% è uno sviluppo “grave” e costituisce “un passo importante nella produzione di un’arma nucleare. L’Iran non ha un bisogno credibile di arricchire a questo livello per scopi civili”, hanno dichiarato i governi di Francia, Germania e Gran Bretagna in una nota congiunta diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi.

I tre Paesi firmatari del Jcpoa hanno anche espresso “preoccupazione” per la notizia che l’Iran prevede di installare 1.000 centrifughe aggiuntive a Natanz, “il che aumenterà in modo significativo la capacità di arricchimento dell’Iran”.

“Gli annunci dell’Iran sono particolarmente deplorevoli dato che arrivano in un momento in cui tutti i partecipanti al Jcpoa e gli Stati Uniti hanno avviato discussioni sostanziali con l’obiettivo di trovare una rapida soluzione diplomatica per rilanciare e ripristinare il Jcpoa”, hanno aggiunto i tre Paesi europei definendo le ultime mosse di Teheran “contrarie allo spirito costruttivo” dei colloqui a Vienna. “Alla luce dei recenti sviluppi, respingiamo tutte le misure di escalation di qualsiasi attore e chiediamo all’Iran di non complicare ulteriormente il processo diplomatico”, hanno affermato i governi.

(AdnKronos)

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