
Accordo Israele-Hamas firmato alla vigilia del viaggio di Trump in Egitto
Il cessate il fuoco arriva sul filo di lana, prima della missione del presidente Usa e del voto del governo israeliano
La tempistica dell’accordo tra Israele e Hamas è il vero nodo politico di questa giornata. La tregua e lo scambio di prigionieri sono stati siglati a ridosso del viaggio del presidente Donald Trump in Egitto, previsto per il fine settimana, e alla vigilia del voto del governo israeliano sulla ratifica. Una corsa contro il tempo, che segna la “prima fase” del piano Trump per la pace a Gaza, annunciato due anni dopo l’attacco del 7 ottobre 2023.
Secondo fonti egiziane, i mediatori avevano dato alle parti tempo fino a venerdì mattina per firmare la prima fase dell’intesa, e l’accordo è arrivato “allo scadere del termine”. Trump ha confermato “qualcosa accadrà” e che potrebbe recarsi nella regione “forse domenica”, sottolineando la coincidenza tra diplomazia e calendario politico.
Accordo Israele-Hamas: cosa prevede
L’intesa prevede il rilascio degli ostaggi israeliani, il ritiro graduale delle truppe dalla Striscia di Gaza e la liberazione di prigionieri palestinesi. Ma la firma a ridosso del viaggio di Trump è il segnale di una pressione crescente da parte degli Stati Uniti e dei mediatori — Egitto, Qatar e Turchia — per ottenere un risultato concreto prima della visita presidenziale.
Accordo Israele-Hamas: accolto con entusiasmo-cautela in Italia
Anche in Italia la svolta è stata accolta con toni di entusiasmo e cautela. “È una straordinaria notizia che apre la strada al cessate il fuoco e al rilascio di tutti gli ostaggi”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni, parlando di “giorno storico” e ringraziando Trump “per gli sforzi incessanti”. La presidente del Consiglio ha sottolineato che “ora bisogna rispettare pienamente le misure già concordate e accelerare sui prossimi passi del piano di pace”.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha definito l’intesa “la prima tappa dell’applicazione del piano americano” e ha annunciato la disponibilità dell’Italia a contribuire alla ricostruzione di Gaza, “anche con la presenza dei carabinieri se verrà creata una forza internazionale di pace”. Mentre Guido Crosetto ha parlato di “pace dietro l’angolo” e di “un risultato che sembrava impossibile solo poche settimane fa”.
Per Roma, dunque, il tempismo dell’accordo rappresenta non solo una vittoria diplomatica per Trump, ma anche un segnale di svolta nel processo di pacificazione mediorientale, con un ruolo attivo dell’Italia nella fase di stabilizzazione.
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(con fonte AdnKronos)
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