Nordio sul caso Almasri: “Questione politica trasformata in vicenda giudiziaria”
Il ministro della Giustizia spiega perché, a suo avviso, l’indagine non doveva finire nelle mani dei magistrati ma restare in Parlamento
ROMA – “È un tema esclusivamente politico che si sarebbe dovuto affrontare in Parlamento, non in tribunale”. Con queste parole il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ospite del podcast Un altro Pianeta di Hoara Borselli, ha chiarito la sua posizione sul caso Almasri, criticando la scelta di “giurisdizionalizzare” la vicenda.
Nordio ha sottolineato che il passaggio all’autorità giudiziaria “ha imposto un silenzio obbligato, legato al segreto istruttorio, e tempi che non appartengono alla politica”, impedendo al governo di difendersi in modo pieno. “In Parlamento – spiega – avremmo potuto dire tutto ciò che serviva per far emergere la verità”.
Il Guardasigilli ha ricordato che la procedura è prevista dalla Costituzione: “La prima fase spetta alla procura, la seconda al tribunale dei ministri, la terza al Parlamento, che è sovrano e avrà l’ultima parola”.
Quanto all’immunità, Nordio ha precisato che “la garanzia costituzionale non è personale ma legata alla carica: non è rinunciabile e non ha nulla a che vedere con l’idea di difendersi nel processo anziché dal processo”.
Il ministro ha concluso che “l’eventuale reato, se commesso nell’interesse dello Stato, rende l’azione penale improcedibile”, ribadendo che “tutte le chiacchiere su una possibile rinuncia all’immunità sono infondate perché ignorano la legge costituzionale”.
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(con fonte AdnKronos)
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