
Libri scolastici, spesa alle stelle: fino a 1.250 euro a studente
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L’Antitrust denuncia criticità strutturali nel mercato dell’editoria scolastica: costi crescenti, nuove edizioni continue e pochi controlli
Con l’inizio del nuovo anno scolastico, le famiglie italiane si trovano ad affrontare una spesa sempre più pesante per i libri di testo. Secondo il Codacons, l’aumento medio registrato nell’ultimo decennio è del 13%. Oggi, la spesa annuale media è di circa 580 euro per ogni studente delle scuole medie e 1.250 euro per quelli delle superiori. A certificarlo è anche la relazione preliminare dell’Antitrust, che ha acceso un faro sul funzionamento del mercato editoriale scolastico.
Primo anno, spese da capogiro: fino a 685 euro
Nel 2025, per un alunno iscritto al primo anno di scuola media, la spesa stimata è pari a 487,53 euro. Per uno studente al primo anno delle superiori si arriva a 685 euro, ai quali si devono sommare i costi dei dizionari: tra 75 e 100 euro per quello di latino, e tra 100 e 133 euro per quello di greco, secondo l’associazione Adoc. Costi inevitabili per molti indirizzi scolastici, specie nei licei.
Oltre 2.500 euro in otto anni di studi obbligatori
L’analisi complessiva dei costi per l’intero ciclo di studi obbligatori evidenzia un impatto economico consistente: solo per i libri di testo, si stimano 662,61 euro per i tre anni di scuola media e ben 1.862,12 euro per i cinque anni di scuola superiore. Il totale complessivo arriva così a 2.524,73 euro. A questi vanno aggiunte le spese per dizionari e materiali tecnici, che possono far lievitare ulteriormente il conto finale.
Meno studenti, ma vendite in crescita: il paradosso del settore
Nonostante un calo di circa 600.000 studenti tra il 2019 e il 2024 (pari al -7%), il fatturato dell’editoria scolastica ha toccato gli 800 milioni di euro nel 2024, segnando un incremento del 13% in dieci anni. Un paradosso che, secondo il Codacons, trova spiegazione nelle distorsioni strutturali del mercato e nella mancanza di regole efficaci.
Un mercato dominato da pochi e senza reali alternative
L’Antitrust denuncia una forte concentrazione dell’offerta: i primi quattro gruppi editoriali (Mondadori, Zanichelli, Sanoma, La Scuola) controllano quasi l’80% del mercato. Un’anomalia aggravata dal fatto che chi decide quali testi adottare (i docenti) non è chi poi sostiene la spesa (le famiglie), né chi li utilizza (gli studenti). Il risultato è un sistema che sfavorisce il contenimento dei costi.
Nuove edizioni e cambi frequenti: meno riuso, più spese
Il 35% dei libri delle scuole medie e il 40% di quelli delle superiori vengono sostituiti ad ogni ciclo. Il fenomeno delle “nuove edizioni”, che riguarda ogni anno circa il 10% del totale, impedisce il riutilizzo dei testi. L’Antitrust segnala “condotte opportunistiche” da parte degli editori, favorite dalla formulazione generica dell’art. 25 del codice Aie, che consente nuove edizioni anche per semplici modifiche grafiche o poco rilevanti.
Digitalizzazione fallita: tetti ignorati, ebook marginali
Le riforme volte a favorire l’adozione dei libri digitali si sono rivelate inefficaci. I tetti di spesa imposti dal Ministero sono privi di reali strumenti di controllo e i collegi docenti, pur tenuti a rispettarli, operano senza supervisione. L’autodisciplina promossa dall’Aie non ha funzionato: il libro cartaceo resta dominante, mentre gli ebook sono ancora residuali.
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(con fonte AdnKronos)
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