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Misteriose frasi pubblicate nel 2016 da Michele Bertani, amico d’infanzia di Andrea Sempio, potrebbero contenere messaggi in codice. Gli investigatori rileggono oggi quei testi per ricostruire le frequentazioni dell’unico indagato nella riapertura del caso Chiara Poggi
Potrebbero contenere messaggi nascosti i post pubblicati su Facebook da Michele Bertani, l’amico d’infanzia di Andrea Sempio morto suicida nel 2016. La sua pagina, tuttora accessibile pubblicamente, è tornata all’attenzione degli inquirenti che indagano sulla morte di Chiara Poggi, per cui Sempio è oggi l’unico indagato.
Uno dei messaggi più enigmatici è datato 19 gennaio 2016, quando Bertani scrive: “La Verità Sta Nelle CoSe Che NeSSuno sa!!! la Verità nessuno mai te la racconterà”. Una frase apparentemente ispirata a una canzone dei Club Dogo, ma secondo l’analisi riportata da ‘Il Tempo’, ‘Gente’ e rilanciata dal giornalista Luigi Grimaldi, il testo celerebbe un messaggio cifrato.
Eliminando le lettere maiuscole e traslitterando le minuscole rimaste attraverso l’alfabeto ebraico, emergerebbe una frase dal significato inquietante: “C’era una ragazza lì che sapeva”. Il nome con cui Bertani era registrato su Facebook, Mem He Shin, richiama uno dei nomi di Dio nella mistica ebraica, alimentando ulteriori ipotesi sull’intenzionalità simbolica dei suoi post.
Anche il giorno prima, il 18 gennaio 2016, Bertani scriveva: “?..in tHe CanTinE work in progress…”. Anche in quel caso, l’uso alternato di maiuscole e minuscole potrebbe essere casuale o, al contrario, parte di uno schema comunicativo.
A distanza di nove anni dal suo suicidio, e a diciotto dall’omicidio di Chiara Poggi, non esistono elementi che colleghino Bertani direttamente al delitto. Non è mai stato indagato né coinvolto ufficialmente nell’inchiesta. Tuttavia, nel 2017, durante un’intercettazione ambientale, Sempio si rivolgeva idealmente all’amico scomparso dicendo: “Perché ti impicchi? Adesso che ti sei impiccato che cosa hai ottenuto? Sei morto, sei morto”. Tre giorni prima aveva aggiunto: “Da 0 a 18 anni tutte le c… le abbiamo fatte assieme, tutte le cose le abbiamo fatte assieme”.
Queste frasi, oggi lette alla luce del nuovo status di indagato per Sempio, riaccendono l’interesse investigativo verso l’ambiente a lui vicino. I post di Bertani, accessibili pubblicamente, vengono quindi analizzati per ricostruire la rete relazionale dell’indagato, più che per un loro eventuale contenuto probatorio.
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(con fonte AdnKronos)
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