Repubblica Democratica Congo: epidemia misteriosa causa 53 morti in 5 settimane
Indagini in corso dell’Oms, esclusi Ebola e Marburg: la causa resta sconosciuta
Una misteriosa malattia ha causato la morte di oltre 50 persone nel nord-ovest della Repubblica Democratica del Congo nelle ultime cinque settimane, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). L’epidemia, che ha visto un rapido aumento di casi, è stata identificata per la prima volta tra tre bambini che avrebbero consumato carne di pipistrello. Ad oggi, sono stati registrati 431 casi, con un bilancio di 53 vittime. Le autorità sanitarie locali e l’Oms hanno avviato indagini approfondite per comprendere la natura del virus, ma la causa esatta della malattia resta sconosciuta.
I sintomi principali, come febbre alta, vomito ed emorragie interne, hanno colpito soprattutto le comunità dei villaggi di Bomate e Boloko. Le vittime, spesso bambini, si sono ammalate in maniera fulminante, con un decorso letale che in molti casi ha portato alla morte entro 48 ore dall’insorgere dei sintomi. Il dottor Serge Ngalebato, direttore medico dell’ospedale di Bikoro, ha espresso preoccupazione per l’alto tasso di letalità della malattia, evidenziando la gravità della situazione e la mancanza di risorse sanitarie adeguate nella regione per far fronte all’epidemia.
“Le infrastrutture sanitarie locali sono estremamente limitate e la capacità di sorveglianza non è sufficiente a fronteggiare una situazione di questa portata”, ha spiegato Tarik Jašarević, portavoce dell’Oms, in un briefing di emergenza. Le autorità locali hanno inviato campioni di sangue dei pazienti per test di laboratorio, che finora hanno escluso virus noti come Ebola e Marburg. Si stanno esaminando altre possibili cause, tra cui malaria, febbri emorragiche meno comuni, tifo e intossicazioni alimentari.
Uno degli episodi più drammatici dell’epidemia si è verificato nel villaggio di Bomate, dove 45 persone sono morte su 419 contagiati, un numero particolarmente elevato che ha destato l’allarme degli operatori sanitari. Il primo focolaio è stato segnalato il 21 gennaio nel villaggio di Boloko, dove tre bambini sono deceduti dopo aver consumato un pipistrello morto. Anche in questo caso, i sintomi sono progrediti rapidamente verso segni emorragici, come sangue dal naso e vomito con tracce ematiche.
Nonostante le indagini in corso, l’Oms non ha ancora identificato alcun legame diretto tra i diversi focolai, e resta aperta l’ipotesi che si tratti di una nuova infezione o di un agente tossico sconosciuto. “Stiamo esaminando ogni possibile causa, dalle infezioni a fattori ambientali o contaminanti alimentari”, ha affermato Jašarević. Un focolaio simile, scoppiato nel dicembre scorso sempre nella Repubblica Democratica del Congo, aveva inizialmente sollevato preoccupazioni per una possibile diffusione internazionale, ma fu poi ricondotto a una forma grave di malaria.
Mentre le indagini proseguono, le autorità sanitarie internazionali e congolesi stanno cercando di contenere l’epidemia e prevenire ulteriori contagi, soprattutto nelle aree rurali dove le risorse mediche sono scarse e l’accesso alle cure limitato. Il rischio di una diffusione su larga scala rimane alto, e si temono ulteriori vittime se non verranno individuate rapidamente le cause e implementate misure efficaci di prevenzione e controllo.
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(con fonte AdnKronos)
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