Gazprom interrompe la fornitura di gas all’Europa attraverso l’Ucraina
Scaduti gli accordi di transito, il colosso russo Gazprom cessa le forniture di gas naturale all’Europa via Ucraina dal 1° gennaio 2025
Gazprom ha ufficialmente interrotto la fornitura di gas naturale all’Europa attraverso l’Ucraina, segnando la scadenza degli accordi di transito quinquennali siglati nel 2020. La cessazione delle forniture è avvenuta a partire dal 1° gennaio 2025, dopo che la parte ucraina ha rifiutato di rinnovare gli accordi, rendendo impossibile per Gazprom proseguire il transito del gas.
“Gazprom è stata privata della possibilità tecnica e legale di continuare a fornire gas attraverso il territorio dell’Ucraina a causa del ripetuto ed esplicito rifiuto da parte ucraina di estendere tali accordi”, ha dichiarato l’azienda russa in un comunicato. Questa interruzione potrebbe avere un impatto significativo sull’approvvigionamento energetico europeo, che dovrà trovare nuove soluzioni per far fronte alla carenza di gas russo.
Interruzione gas russo non destabilizza il mercato europeo, ma aumenta costi energetici
Nonostante l’interruzione del flusso di gas russo attraverso l’Ucraina, il mercato energetico europeo rimane sorprendentemente stabile. Il prezzo del gas si aggira attorno ai 48,50 euro per megawattora sulla piazza di Amsterdam, segno che l’impatto immediato della disconnessione dalla Russia è stato contenuto. Tuttavia, l’Unione Europea sta pagando il prezzo di questa transizione con costi energetici più elevati, che stanno pesando sulla competitività dell’industria europea, in particolare quella tedesca, rispetto a rivali globali come Stati Uniti e Cina.
Anche l’Ucraina subirà le conseguenze economiche di questa interruzione, perdendo circa 800 milioni di dollari annui in tasse di transito, mentre per Gazprom la mancata vendita di gas si tradurrà in una perdita stimata intorno ai 5 miliardi di dollari. Tra i paesi più colpiti, la Moldavia, che dipendeva fortemente dal gas russo transitante attraverso l’Ucraina, ha già annunciato l’intenzione di ridurre di un terzo il suo consumo di gas per far fronte alla crisi energetica.
L’Europa, sebbene abbia trovato fonti alternative per sostituire le forniture russe, continua a fare i conti con una pressione sui costi energetici che incide sulla sua competitività globale, mettendo in difficoltà soprattutto le grandi economie industriali del continente.
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(con fonte AdnKronos)
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