
Stallo nuova Commissione Ue: tensioni tra Popolari e Socialisti su nomina Fitto
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Il Parlamento Europeo in crisi per i veti incrociati su Raffaele Fitto e le nomine di sei vicepresidenti esecutivi. Socialisti e Popolari si scontrano, mettendo a rischio la nuova Commissione von der Leyen
La formazione della nuova Commissione Europea di Ursula von der Leyen incontra crescenti ostacoli. I veti incrociati tra i gruppi Socialisti e Popolari hanno creato un blocco che minaccia la nomina della squadra di governo. Al centro della disputa vi è la possibile nomina di Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei del governo italiano, sostenuto dai Conservatori europei (ECR), gruppo non appartenente alla maggioranza che ha rieletto von der Leyen. I Socialisti rifiutano la proposta di una vicepresidenza per Fitto, vedendo in essa un potenziale cambiamento politico della Commissione verso una posizione più conservatrice.
La capogruppo socialista Iratxe Garcia Perez ha espresso forti dubbi sulla possibilità di raggiungere un accordo, mentre numerosi eurodeputati socialisti minacciano di votare contro l’intero collegio se Fitto otterrà una carica di rilievo. Il capo dei Popolari Manfred Weber, in risposta, ha bloccato la nomina della spagnola Teresa Ribera, candidata socialista alla vicepresidenza, aggravando il clima di scontro.
Oltre alla questione Fitto, si aggiunge il contesto politico spagnolo, dove il Partido Popular mira a destabilizzare il governo Sanchez dopo le recenti alluvioni che hanno colpito Valencia. Il Parlamento Europeo, nel frattempo, si divide ulteriormente: i Popolari accusano i Socialisti di ritardare il processo per motivi ideologici, mentre il blocco socialista richiede garanzie di rispetto per gli equilibri originari della Commissione.
Nel frattempo, la presidente von der Leyen è rimasta in silenzio, alimentando il malcontento dei Socialisti che chiedono una dichiarazione ufficiale per chiarire la maggioranza politica a sostegno del suo governo. Senza una soluzione rapida, l’intera nomina della Commissione potrebbe essere rinviata alla prossima settimana, rischiando di complicare ulteriormente la situazione europea in un contesto globale già instabile, segnato dalla rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti.
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(con fonte AdnKronos)
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