
Israele pianifica rappresaglia contro Iran. Guterres persona non grata allo Stato ebraico
Tel Aviv valuta una risposta significativa contro le raffinerie iraniane dopo il massiccio lancio di missili. Israele contro Guterres. Che impatto ha questa situazione su elezioni Usa?
Israele si prepara a rispondere all’attacco missilistico lanciato dall’Iran, durante il quale circa 180 missili balistici hanno colpito Tel Aviv e altri obiettivi in tutto il Paese. La risposta israeliana, secondo quanto riportato dal sito statunitense Axios, potrebbe colpire le raffinerie di petrolio di Teheran e altri siti strategici, in quello che potrebbe essere un attacco mirato alla capacità energetica iraniana.
Le consultazioni tra Israele e gli Stati Uniti sono già in corso per calibrare una possibile rappresaglia militare, con l’obiettivo di evitare un’ulteriore escalation del conflitto in un Medio Oriente sempre più instabile. La Casa Bianca, per bocca del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, ha dichiarato che ci saranno “gravi conseguenze” per l’attacco iraniano e che gli Stati Uniti lavoreranno con Israele per coordinarle.
L’ipotesi di attacchi alle infrastrutture iraniane
Israele sta valutando di colpire le infrastrutture petrolifere dell’Iran, in particolare le raffinerie, ma non esclude anche di prendere di mira il programma nucleare iraniano, sebbene questa opzione potrebbe essere scartata per evitare una pericolosa escalation del conflitto. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato l’intenzione di vendicarsi dell’attacco, dichiarando che “l’Iran ha commesso un grosso errore e ne pagherà le conseguenze”.
Gli Stati Uniti potrebbero fornire a Israele supporto operativo e logistico, incluse munizioni, con l’appoggio del Comando centrale statunitense. Alcuni membri del Congresso degli Stati Uniti, tra cui il senatore Lindsey Graham, hanno appoggiato la possibilità di colpire le infrastrutture petrolifere iraniane, considerandola una risposta adeguata all’attacco.
Le minacce dell’Iran
Da parte iraniana, il presidente Masoud Pezeshkian ha lodato l’attacco missilistico e ha avvertito Israele che qualsiasi ulteriore provocazione riceverà una risposta ancora più dura. Pezeshkian ha accusato Netanyahu di avere “le mani insanguinate” per il trattamento dei palestinesi, sottolineando che l’Iran non resterà inerte di fronte alle minacce israeliane.
Israele dichiara persona non grata il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha annunciato di aver dichiarato il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, persona non grata nello Stato ebraico, vietandogli l’ingresso nel Paese. La decisione, riportata da Ynet, arriva a poche ore dalla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, convocata per discutere dell’attacco missilistico lanciato dall’Iran contro Israele.
Katz ha criticato duramente Guterres, affermando che “chi non è in grado di condannare inequivocabilmente l’attacco criminale dell’Iran contro Israele non è degno di mettere piede sul suolo israeliano”. Il ministro ha accusato il segretario generale di essere “un nemico di Israele” e di sostenere “terroristi, stupratori e assassini”. Katz ha concluso che Guterres “sarà ricordato come una macchia nella storia delle Nazioni Unite”.
Conflitto Israele-Iran: Impatto sulla campagna presidenziale USA
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L’escalation del conflitto tra Israele, Iran e l’Asse della Resistenza (Hamas, Hezbollah, Houthi e milizie sciite in Siria e Iraq) sta avendo un impatto significativo sulla campagna presidenziale statunitense. I due principali candidati, Kamala Harris e Donald Trump, hanno posizioni nettamente opposte riguardo alla politica estera e la sicurezza in Medio Oriente.
Kamala Harris, candidata democratica, ha espresso un forte sostegno a Israele, ma pone l’accento anche su soluzioni diplomatiche di lungo termine. Harris condanna l’Iran come forza destabilizzante e ribadisce l’importanza di mantenere le alleanze con Israele per la stabilità nella regione. Propone il rilancio dei negoziati per una soluzione a due Stati, affiancata da aiuti umanitari ai palestinesi, mantenendo il focus sulla diplomazia per prevenire un’escalation.
Donald Trump, candidato repubblicano, ha criticato duramente l’amministrazione Biden-Harris per la sua gestione della crisi. Trump promuove una politica di “massima pressione” contro l’Iran, sostenendo che solo una risposta militare forte può garantire la sicurezza di Israele. Egli punta a rafforzare la sua immagine di difensore di Israele, appellandosi a elettori che chiedono una politica estera più aggressiva.
L’evoluzione del conflitto potrebbe influenzare in modo decisivo l’esito della campagna elettorale, con Harris che cerca di attrarre gli elettori progressisti e moderati, e Trump che si rivolge a una base elettorale conservatrice pro-Israele.
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