
Israele prepara incursione in Libano: il dopo Nasrallah e la reazione iraniana
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Dopo la morte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, Israele valuta un’operazione limitata. L’amministrazione Biden chiede la via diplomatica mentre aumentano le tensioni regionali
Dopo l’uccisione di Hassan Nasrallah, leader storico di Hezbollah, le forze israeliane stanno considerando un’incursione di terra limitata nel Libano meridionale. Secondo fonti statunitensi citate dalla ABC, Israele sta mobilitando truppe e conducendo operazioni preliminari che potrebbero preludere a un’azione militare di confine. Tuttavia, nessuna decisione definitiva è stata presa riguardo a un’invasione su vasta scala, ma il paese è pronto ad agire se le circostanze lo richiedessero.
Gli obiettivi principali di Israele includono il ripristino della sicurezza nel nord del paese e il ritorno di migliaia di cittadini israeliani sfollati a causa dei bombardamenti di Hezbollah, che sono iniziati l’8 ottobre scorso. Questo sviluppo ha seguito l’offensiva di Israele contro Hamas a Gaza, in risposta all’attacco del giorno precedente.
Le pressioni americane e la risposta di Israele
L’amministrazione Biden ha ripetutamente fatto pressione su Israele affinché consideri la via diplomatica piuttosto che un’escalation militare. “È tempo di un cessate il fuoco”, ha dichiarato il presidente Joe Biden, ribadendo comunque il pieno sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi da gruppi terroristici come Hezbollah, Hamas e gli Houthi. Inoltre, Biden ha ordinato al Segretario alla Difesa di rafforzare la presenza militare americana nella regione, per scoraggiare eventuali aggressioni e prevenire l’allargamento del conflitto.
Nonostante le sollecitazioni americane, Israele sembra determinato a mantenere una linea dura contro Hezbollah, mentre valuta con attenzione le sue opzioni. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, insieme ai principali comandanti militari, ha condotto una valutazione della situazione, mettendo l’accento sulla prontezza delle forze armate a estendere l’offensiva nel nord del Paese.
Cresce la tensione in Libano: evacuazioni e mobilitazioni
Intanto, la situazione in Libano continua a deteriorarsi. Il Dipartimento di Stato americano ha ordinato l’evacuazione di alcuni dipendenti dell’ambasciata e delle loro famiglie, temendo un’escalation delle ostilità a Beirut. Anche l’Italia ha esortato i propri cittadini a lasciare il Libano il prima possibile, utilizzando i voli di linea ancora disponibili.
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso preoccupazione per l’escalation in Medio Oriente, chiedendo garanzie per la sicurezza dei militari italiani presenti nel sud del Libano come parte della missione UNIFIL. Anche il ministro degli Esteri britannico, David Lammy, ha fatto eco a queste preoccupazioni, chiedendo un cessate il fuoco immediato per evitare ulteriori perdite di vite umane.
Il ruolo dell’Iran e la reazione di Hezbollah
L’Iran, principale sostenitore di Hezbollah, ha risposto con toni decisi alla morte di Nasrallah. La Guida Suprema Ali Khamenei ha avvertito che Israele “non è in grado di infliggere danni significativi alla struttura di Hezbollah” e ha promesso che la resistenza continuerà. Inoltre, Teheran ha annunciato la possibilità di inviare truppe in Libano e sulle alture del Golan, aumentando ulteriormente le tensioni nella regione.
Hezbollah, dal canto suo, ha confermato la morte del suo leader e ha promesso di continuare la sua jihad contro Israele. Nonostante i colpi subiti negli ultimi giorni, inclusa la perdita di alti comandanti e una significativa riduzione del proprio arsenale, il gruppo sciita mantiene una posizione di sfida. Il Partito di Dio, che rappresenta una delle forze armate più potenti del Libano, ha stretti legami con Hamas e ha fornito supporto militare al regime siriano di Bashar al-Assad durante la guerra civile in Siria.
L’ombra di un nuovo conflitto su vasta scala
Il futuro del Libano e di Hezbollah rimane incerto. Israele ha danneggiato gravemente le capacità militari del gruppo sciita, riducendo il numero di missili a lunga gittata e razzi con capacità di precisione. Tuttavia, Hezbollah rimane una forza formidabile, con un arsenale di oltre 100mila missili e fino a 50mila combattenti, secondo alcune stime. Mentre l’organizzazione cerca di riorganizzarsi dopo la morte di Nasrallah, è chiaro che l’intera regione sta attraversando un momento di grande instabilità.
Gli analisti sottolineano che, sebbene Hezbollah sia più cauto rispetto ad Hamas, la situazione potrebbe evolversi rapidamente in una guerra più ampia. L’influenza di Hezbollah sul Libano potrebbe subire un colpo, e una guerra prolungata rischia di mettere ulteriormente in ginocchio un paese già profondamente colpito da crisi economiche e politiche.
Nel frattempo, gli sforzi diplomatici continuano, con una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea prevista per i prossimi giorni, nel tentativo di trovare una soluzione pacifica a una situazione che rischia di sfuggire di mano.
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(con fonte AdnKronos)
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