
Cina, Xi: “Riunificazione con Taiwan ci sarà”. Taipei, “Nostra libertà non si tocca”
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Il presidente cinese Xi Jinping ha aperto il XX Congresso del Partito Comunista Cinese. In un discorso programmatico durato circa un’ora e quaranta minuti e rivolto a circa 2.300 delegati nella Grande Sala del Popolo di Pechino, il presidente ha chiesto il ringiovanimento della nazione cinese e l’espansione del “socialismo con caratteristiche cinesi”. Xi ha parlato del Pil del Paese, raddoppiato in dieci anni e adesso pari “al 18,5% dell’economia mondiale”, di come la Cina ha affrontato la pandemia di Covid, mettendo “al primo posto la vita delle persone” e “lanciando una guerra del popolo contro il virus”. Ma ha anche parlato di Taiwan, sottolineando la grande “capacità” della Cina contro “l’indipendenza di Taiwan” e promettendo la “riunificazione della patria”. Un passaggio, questo, che ha strappato la standig ovation dei delegati. “La questione di Taiwan deve essere risolta dai cinesi. Continueremo a impegnarci per la riunificazione pacifica, ma non prometteremo mai di rinunciare alla forza e ci riserviamo di usare tutti i mezzi” per la riunificazione, ha scandito Xi.
Il fulcro del congresso del partito, che si tiene ogni cinque anni, è l’espansione del potere del 69enne Xi, che cerca di assicurarsi un altro mandato come segretario generale del partito. I delegati, che quasi mai dissentono dal Politburo del Partito Comunista, dovrebbero sancire l’ideologia personale di Xi nella costituzione del partito e selezionare un nuovo comitato centrale. Dopo le deliberazioni, che durano una settimana, il leader del partito dovrebbe essere confermato per un terzo mandato di cinque anni senza precedenti in una sessione plenaria del nuovo Comitato Centrale.
Xi sta creando un precedente, ignorando i limiti di mandato, mentre le regole di età e i limiti di mandato verranno applicati al Politburo, l’organo politico supremo del Partito Comunista Cinese. Il cambio di personale nella dirigenza comunista è anche un preludio al prossimo incontro annuale del governo cinese, previsto per marzo, quando sarà selezionato un nuovo primo ministro e formato un nuovo governo.
La risposta di Taipei non si è fatta attendere
“C’è consenso nell’opinione pubblica di Taiwan sul fatto che non vi possano essere compromessi su sovranità territoriale, democrazia e libertà e che lo scontro militare non deve essere un’opzione per entrambi i lati dello stretto di Formosa”. Così un portavoce della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, replica alle dichiarazioni di Xi Jinping sulla riunificazione ‘con tutti i mezzi”, compresa la forza. “La squadra di sicurezza nazionale sta monitorando attentamente la situazione – ha aggiunto il portavoce Chang Tu-han – e continueremo a prestare massima attenzione agli sviluppi”.
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(AdnKronos)
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