Animali esotici, giro di vite del governo
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Vita dura per chi commercia, traffica o desidera animali esotici. Il Governo ha approvato due decreti legislativi, su proposta del ministro Speranza, che riguardano animali esotici e selvatici: quasi 5 milioni ogni anno, secondo i dati ufficiali, attualmente commerciati e detenuti in cattività in gabbie, teche, vaschette, garage e sgabuzzini delle case degli italiani. La legge interverrà anche con sanzioni efficaci contro chi violerà i divieti di importazione, vendita e riproduzione, così come contro il traffico di specie protette in pericolo di estinzione. In generale, la stretta punta a tutelare gli animali e la salute pubblica, attraverso stop all’importazione di pipistrelli, detenzione di ragni velenosi, riproduzione di tigri e leoni e altri animali esotici.
L’Italia è il quinto Paese europeo dopo Olanda, Cipro, Lussemburgo e Belgio a rendere operative restrizioni importanti in questo settore, mentre Francia e Slovenia applicheranno norme simili il prossimo anno e il Consiglio europeo dei Ministri ha recentemente impegnato la Commissione di Bruxelles a emanare una normativa comunitaria. Questo giro di vite è stato reso possibile grazie alla campagna della Lav #aCasaLoro e a un emendamento alla legge di delegazione europea a firma di Loredana De Petris e altri senatori. Una stretta “nei confronti di un anacronistico commercio pericoloso per tutti”, commenta Gianluca Felicetti, presidente Lav, secondo il quale le nuove norme scoraggeranno man mano le manie di “collezionisti di animali” e bloccheranno mode pericolose.
Ecco i punti principali delle leggi, secondo gli schemi di decreti legislativi del Governo e i pareri dati da Commissioni parlamentari e Regioni.
La lista degli animali vietati. Il ministero della Salute, entro 30 giorni dall’emanazione della legge, redigerà una ‘lista positiva’ che include le poche specie animali che potranno ancora essere commerciate e detenute in Italia; entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, il ministero della Transizione Ecologica stilerà la ‘lista negativa’ che amplierà il numero di specie già vietate, “tutte specie che costituiscono pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità nonché gli ibridi tra esemplari delle predette specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni”.
Chi detiene uno degli animali delle specie vietate, non potrà farlo riprodurre ma potrà tenerlo fino alla fine della sua vita naturale. I possessori dovranno denunciarne la presenza in Prefettura entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. I negozi hanno 12 mesi di tempo per la messa in regola. I circhi e le mostre faunistiche viaggianti da subito non potranno far riprodurre gli animali delle specie vietate e non potranno acquisirne altri. È prevista l’applicazione di queste norme di protezione degli animali anche agli ibridi: saranno quindi vietati, ad esempio, i ligre (incrocio tra leone e tigre), i savannah (incroci tra gatti domestici e gattopardi-serval), e gli incroci tra diverse sottospecie di tigri.
In caso di violazioni è sempre disposta la confisca degli animali ed è previsto l’arresto fino a sei mesi o ammenda da 20mila a 150mila euro. Chi commercerà illegalmente specie protette sarà sanzionato “salvo che il fatto costituisca più grave reato” grazie all’integrazione dell’articolo 727-bis del Codice penale con “l’arresto da due a otto mesi e con l’ammenda fino a 10mila euro”.
Viene realizzata un’unica anagrafe nazionale di cani e gatti nonché delle strutture e degli operatori che li detengono a qualsiasi titolo e tutti gli altri animali – anche quelli ex “da reddito” – dovranno essere identificati e registrati nella Banca Dati Nazionale. Prevista identificazione obbligatoria e certificazione veterinaria degli animali in vendita anche via internet.
Dei 5 milioni di esotici che ogni anno entrano nelle case degli italiani, con l’entrata in vigore di questa legge “possiamo considerare al sicuro una stima di 1.200.000 animali selvatici ed esotici che ogni anno vengono prelevati direttamente in natura nei loro Paesi di origine”, stima la Lav, e dopo l’emanazione di due decreti ministeriali attuativi, indicati agli articoli 4 e 5 della legge, potranno essere salvi circa 3.000.000 di animali l’anno, “che non saranno più costretti all’ergastolo di una vita in teche, acquari, gabbie, anche se nati o allevati in cattività”.
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(AdnKronos)
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