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Durante il torneo di Winston Salem è andato in scena uno spettacolo nello spettacolo. Siamo talmente abituati a parlare e a soffermarci sulle straordinarie capacità dei supereroi di questo sport come la tecnica di Federer, la forza di Nadal, o l’elasticità di Djokovic, che spesso non diamo attenzione a ciò che invece l’attenzione la meriterebbe eccome.
Al Winston Salem, il sudcoreano Duckhee Lee gioca e vince un match contro lo svizzero Laaksonen per 7/6 6/1. Vi domanderete cosa ci sia di strano in una partita vinta e infatti non ci sarebbe niente di anormale se non fosse che l’atleta in questione soffre di ipoacusia, o per meglio dire è sordo.
Chiunque abbia giocato a tennis sa benissimo quanto il suono della palla sulle corde sia essenziale per la riuscita del colpo, per non parlare dei problemi di equilibrio dovuti al malfunzionamento dell’orecchio interno. Quindi oggi è importante soffermarsi su questo, su un giocatore che senza nemmeno capire quando una palla è out, è riuscito ad arrivare nel tennis che conta, e non importa il risultato, perché questa partita avrebbe potuto anche perderla, questa come quelle che verranno, perché il suo più grande match, Lee, l’ha già giocato e l’ha pure vinto affermandosi come primo giocatore affetto da sordità a vincere un incontro nel circuito Atp.

 

GIULIA CHECCHI

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