Hamas: “Sulle armi non trattiamo”. In stallo i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza
Il gruppo ribadisce il rifiuto di ogni compromesso militare e chiede la fine della guerra prima di un accordo sugli ostaggi. Intanto, tra i combattenti crescono i ritardi nei pagamenti.
Hamas resta irremovibile: “Le armi non sono negoziabili”, ha dichiarato Mahmoud al-Mardawi, funzionario politico del movimento, commentando l’ultima proposta israeliana per un’intesa sul rilascio degli ostaggi. Secondo quanto riferito ad Al Jazeera, Hamas è ancora in fase di valutazione, ma condiziona ogni eventuale accordo alla cessazione definitiva delle ostilità e al ritiro completo delle forze israeliane da Gaza.
“La questione delle armi non sarà mai oggetto di trattativa”, ha aggiunto al-Mardawi, facendo intendere che qualsiasi mediazione passa da una tregua duratura e non da compromessi militari.
Nel frattempo, il Wall Street Journal segnala difficoltà economiche crescenti all’interno dell’organizzazione. Dopo i recenti attacchi contro i vertici del settore finanziario e il blocco dei beni umanitari, Hamas starebbe faticando a pagare regolarmente i propri combattenti e funzionari. I dipendenti pubblici di Gaza risulterebbero senza stipendio, mentre ai miliziani spetterebbe solo metà della retribuzione.
La Protezione Civile della Striscia ha infine denunciato 21 vittime nei più recenti raid israeliani, 15 delle quali in un attacco ad Al-Mawasi, dove si trovavano tende con sfollati. Tra le vittime, molte donne e bambini.
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(con fonte AdnKronos)
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