Per Israele la vendetta è un piatto che va servito freddo… O forse no
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Israele si prepara a rispondere all’attacco iraniano, navigando tra la pressione interna e la complessità dei luoghi eventuali da colpire
Una risposta all’Iran per l’attacco nella notte di domenica scorsa a Israele ci sarà. La pressione interna affinché il gabinetto di guerra risponda immediatamente alla raffica di droni e missili balistici spediti da Teheran contro il suolo ebraico, è fortissima e anche se apparentemente sembra che si voglia far credere che la vendetta è un piatto che va servito freddo, come dice un vecchio adagio, prima che la minestra si raffreddi troppo, lo Stato con la Stella di David sferrerà il colpo contro la Repubblica islamica.
Piuttosto quello che sta facendo rallentare la risposta non è tanto la presa di posizione occidentale e dei paesi arabi moderati, che quella notte dell’affronto iraniano contro la terra israeliana, si sono adoperati affinché fosse mitigata la minaccia, ma il capire dove poter far male agli Ayatollah senza scatenare quell’escalation che però sembra sempre più dietro l’angolo.
Nessuno dei due tenaci contendenti porgerà l’altra guancia. E’ solo questione di pochi giorni o poche ore e sapremo quale colpo sarà sferrato dal governo di Bibi… In attesa poi della successiva contromossa iraniana e via così verso una nuova guerra regionale dagli esiti incerti per l’intera umanità, dove le variegate diplomazie mondiali non hanno, ormai da molto tempo, voce in capitolo.
TS
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