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“Uno degli obiettivi di questo progetto è mettere insieme il maggior numero possibile di aziende private per risolvere alcuni piccoli e grandi problemi che riguardano il riscaldamento globale, attraverso degli esempi concreti e utilizzando le piante e gli alberi come strumento risolutivo”. Così Stefano Mancuso, professore all’università di Firenze e direttore scientifico del progetto Prospettiva Terra, in occasione della conferenza stampa per l’avvio ufficiale del primo progetto di ricerca sostenuto da Prospettiva Terra che vedrà, per i prossimi 18 mesi, 300 sensori IoT – Internet of Things, sviluppati da Stefano Mancuso e dallo spin off dell’università di Firenze Pnat, posizionati su altrettante piante di Bam – Biblioteca degli Alberi di Milano, progetto della Fondazione Riccardo Catella, Botanical & Cultural Partner di questa iniziativa.

“Questi particolari sensori – precisa il direttore scientifico del progetto – registrano in tempo reale tutto ciò che accade nell’albero, come l’anidride carbonica assorbita, gli inquinanti rimossi dall’aria, i miglioramenti che questi alberi provocano sul clima e sull’ambiente a loro circostante, nonché la stabilità degli alberi cosí da sapere, quindi, se hanno dei problemi di salute o se sono in perfetta forma”.

La misurazione della stabilità degli alberi è una novità assoluta nel panorama scientifico: i sensori applicati sugli alberi di Bam sono in grado infatti di rilevare le frequenze di oscillazione della pianta nel tempo e di fornire preventivamente ulteriori dati utili per valutare il rischio di caduta o instabilità, rendendo più efficiente la gestione degli alberi urbani, a vantaggio della pubblica amministrazione.

“Tutti questi dati vengono poi convogliati su un sito internet, liberamente accessibile a chiunque, e successivamente verranno mostrati in molti luoghi della città di Milano, di modo che si possa creare una consapevolezza diffusa nei cittadini – spiega Mancuso – Il motivo è questo alla fine: gli alberi sono la soluzione migliore che noi possiamo immaginare per combattere il riscaldamento globale”.

Dalle prime rilevazioni risulta che gli alberi di Bam, monitorati dal progetto, hanno stoccato 101 tonnellate di CO2 mentre, solo nei primi 3 giorni di aprile, hanno rimosso 570 g di sostanze nocive e si stima arriveranno a 71 kg in un anno. Il miglioramento della qualità dell’aria, generato dagli alberi del parco, può raggiungere picchi del 25-30% rispetto ad un’area non alberata. In termini economici, invece, il beneficio che hanno generato è di circa 5.013,38 euro.

“Nei prossimi anni le nostre città diventeranno sempre più calde proprio a causa del riscaldamento globale. Di conseguenza, è necessario pensare subito ad una soluzione per adattarci: non c’è niente di meglio degli alberi per raffreddare la città. Non è una soluzione semplice o ‘naif’, anzi, ad oggi non c’è soluzione migliore, perché gli alberi funzionano come dei piccoli condizionatori d’aria in quanto traspirano l’acqua e, di conseguenza, abbassano la temperatura. È un processo definito endotermico e il progetto che abbiamo appena iniziato ha proprio questo scopo, illustrare in diretta questo processo a tutti i cittadini, in modo che chiunque si convinca dell’utilità di questi amici verdi”, ha concluso.

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(AdnKronos)

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