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Sono previsti per il 14 gennaio prossimo gli accertamenti tecnici irripetibili sul frammento osseo che potrebbe appartenere a Saman Abbas. Il ritrovamento di una parte di calotta cranica, è avvenuto il 3 novembre scorso nel Po, nel Comune di Boretto, a circa 20 km dal luogo dove sarebbe stata uccisa la giovane pachistana che si era opposta a un matrimonio combinato. I carabinieri di Reggio Emilia, che indagano sul caso, non trascurano nessun elemento per fare luce sulla vicenda ma al momento non ci sono certezze sul fatto che quel frammento appartenga alla ragazza. Non è la prima volta che il Po restituisce corpi o resti umani. A ritrovare il frammento e chiamare i carabinieri è stato un passante. Il reperto è stato inviato al Ris di Parma che ora dovrà stabilire se si tratti di un resto umano e dovrà estrarre il dna.

Il 5 gennaio intanto a Parigi è prevista, dopo tre rinvii, l’udienza per l’estradizione dello zio di Saman, Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto ma anche la mente del progetto criminoso.

Saman Abbas, ragazza di 18 anni pachistana che dal 2016 viveva in Italia con la famiglia, in una cascina nelle campagne di Novellara, comune della provincia di Reggio Emilia, scompare nella notte tra il 30 aprile e il 1 maggio scorsi. L’ipotesi investigativa dei carabinieri, supportata dalla procura, è che Saman sia stata uccisa e il suo corpo sia stato occultato perché si era opposta a un matrimonio combinato.

In un video del 29 aprile analizzato dai carabinieri compaiono tre uomini con abiti scuri, uno con la pala, uno con un sacchetto e un terzo con un altro attrezzo. Secondo gli investigatori si tratterebbe dello zio e dei due cugini di Saman, ripresi mentre stanno andando a scavare la fossa dove occultare poi il corpo della giovane. Ikram Ijaz, uno dei due cugini di Saman, viene arrestato il 29 maggio a Nimes dalle autorità di polizia francesi e poi estradato in Italia. E’ indagato per omicidio e occultamento di cadavere. Risulta attualmente irreperibile l’altro cugino della giovane, Nomanulhaq Nomanulhaq.

Lo zio di Saman, Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale delitto ma anche la mente del progetto criminoso, in base alle accuse formulate dal fratello di Saman, viene arrestato alla periferia di Parigi il 22 settembre scorso. I genitori di Saman, indagati per concorso in omicidio premeditato e occultamento di cadavere, si trovano in Pachistan. Per loro è stata già chiesta e accordata l’estradizione.

(AdnKronos)

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