Covid, cala Rt a livello nazionale: adesso è 0,92. Locatelli “Nuove regioni arancioni”
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L’indice di contagio Rt medio nazionale è pari a 0.92, in calo rispetto a 0.98 della scorsa settimana. E’ quanto si apprende dalla Cabina di regia Istituto superiore di sanità (Iss)-ministero della Salute su Covid-19, riunita questa mattina.
Continua la diminuzione dell’incidenza di Covid in Italia, pari a 185 nuovi casi ogni 100mila abitanti rispetto ai 232,7 della settimana precedente, si apprende ancora.
Il presidente del Consiglio superiore di Sanità Locatelli: “Da metà marzo -40% nuovi contagi”
L’indice di contagio Rt è “in ulteriore miglioramento” in Italia. Così il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, a ‘Buongiorno’ su Sky Tg24, sottolineando: “Indubitabilmente alcune regioni passeranno dal rosso all’arancione”. “Il dato preciso lo avremo nelle prossime ore – afferma – E’ indubitabile che abbiamo avuto una riduzione significativa nel numero dei contagiati. Pur tenendo conto dei giorni di Pasqua e Pasquetta che hanno una connotazione particolare in termini di numero di tamponi eseguiti, rispetto alla metà del mese di marzo siamo scesi del 40% nel numero dei nuovi contagi e tutto questo indica l’efficacia delle misure, come sappiamo da tempo”.
Lombardia, Campania, Toscana e Puglia verso l’arancione? “Indubitabilmente alcune regioni passeranno dal rosso all’arancione – sottolinea Locatelli – Per rispetto del lavoro dei colleghi non faccio anticipazioni, però le regioni citate hanno certamente indicatori epidemici che di fatto incoraggiano in questa direzione. Ma vediamo i numeri, perché le scelte si fanno sui numeri”.
“Ricordiamo come principio che adesso teniamo conto anche dell’incidenza cumulativa a 7 giorni e una regione deve averla inferiore al valore di a 250 per poter passare in una fascia da rosso ad arancione”, ribadisce. Riguardo ai dati attuali di Covid in Italia “valorizzerei l’informazione che negli ultimi due giorni c’è stato calo di 80 posti letto occupati in terapia intensiva, e se ricordiamo il ritardo che c’è” nel miglioramento di questo indicatore rispetto ai contagi, “anche questo è un segnale incoraggiante”.
Parlando poi dei termini di priorità per il vaccino anti-covid, ha affermato : “No, non c’è stata” una svista “perché si era già data la priorità a ultraottantenni e ospiti delle Rsa e pazienti fragili e poi il criterio dell’età era già previsto. Si è rinforzato questo tipo di indicazione sulla base dell’evidenza scientifica di chi rischia di più”.
“Ed ora è assolutamente importante che nella fascia d’età fra 60 e 79 anni ci sia una larga adesione al vaccino di AstraZeneca che offre chiarissimi vantaggi e benefici in termini di protezione. Uno studio finalizzato dall’università di Cambridge ha rapportato il rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico al vaccino AstraZeneca e il rischio di finire in rianimazione per Covid e in questa fascia età c’è un rischio di 640 volte superiore” legato alla malattia. “Credo che i numeri parlino da soli”, chiosa Locatelli.
(AdnKronos)
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