
Il WSJ rivela: Trump informato sui files Epstein, ma nessuna accusa formale
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Secondo il Wall Street Journal, la procuratrice Pam Bondi informò Trump che il suo nome compariva più volte nei dossier relativi a Jeffrey Epstein, senza però indicare comportamenti illeciti. Dura la replica della Casa Bianca, mentre il Congresso prosegue le indagini sull’ex collaboratrice Maxwell.
Il Wall Street Journal ha rilanciato con un’esclusiva il rapporto tra Donald Trump e Jeffrey Epstein, il finanziere morto suicida in carcere mentre era sotto accusa per abusi sessuali e traffico internazionale di minori. Il quotidiano americano riferisce che nel maggio scorso la procuratrice generale della Florida, Pam Bondi, insieme al suo vice, informò il presidente a un incontro alla Casa Bianca che il suo nome compariva “più volte” nei dossier riguardanti il caso Epstein.
Tuttavia, il Wsj precisa che questa informazione non rappresenta un’accusa di comportamenti illeciti da parte di Trump. Fonti dell’amministrazione hanno spiegato che i dossier contenevano molte voci non verificate su diverse persone, tra cui il presidente, che in passato avevano frequentato Epstein.
La risposta della Casa Bianca è stata immediata e secca. Steven Cheung, direttore della comunicazione della presidenza, ha definito la notizia “un’altra fake news”, riferendosi anche a un precedente scoop del Wall Street Journal che raccontava di una lettera di compleanno oscena inviata da Trump a Epstein nel 2003.
Intanto, il Congresso americano continua a seguire da vicino il caso. La commissione di vigilanza della Camera dei rappresentanti ha convocato per l’11 agosto Ghislaine Maxwell, ex collaboratrice di Epstein, attualmente detenuta in Florida. Il presidente della commissione, Jamer Comer, ha sottolineato l’importanza di monitorare l’applicazione delle leggi federali sul traffico sessuale e la gestione delle indagini relative ai due imputati.
Sul fronte giudiziario, però, un giudice federale della Florida ha respinto la richiesta di rendere pubblici ulteriori documenti del gran giurì sull’inchiesta contro Epstein, ostacolando gli sforzi del Dipartimento di Giustizia di rispondere alle pressioni dell’opinione pubblica. Il giudice Robin Rosenberg ha spiegato che la divulgazione era richiesta per motivi di “grande interesse pubblico”, ma non nell’ambito di un procedimento legale, lasciandole quindi “le mani legate”.
Di fronte alle critiche crescenti, anche da parte di sostenitori, la scorsa settimana Trump ha chiesto ufficialmente alla procuratrice Bondi di sollecitare la pubblicazione dei documenti finora segreti. Tuttavia, la testimonianza del gran giurì che il Dipartimento intende rilasciare rappresenta solo una minima parte dei migliaia di file legati alle indagini su Epstein.
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(con fonte AdnKronos)
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