
Dengue, Chikungunya, West Nile: le tre infezioni da zanzare che minacciano anche l’Italia
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Dolori fortissimi, complicanze neurologiche, rischio emorragie: ecco cosa cambia tra le malattie virali trasmesse dagli insetti più odiati dell’estate
Dalla febbre “spacca ossa” alla paralisi: come agiscono i virus e perché è fondamentale difendersi
All’origine c’è una puntura. Minuscola, fastidiosa. E a volte letale. È così che virus come Dengue, Chikungunya e West Nile si diffondono, minacciando anche l’Italia con sintomi più o meno gravi e talvolta permanenti. Tre infezioni, tre virus, tre zanzare diverse. Simili nella via di trasmissione, diverse per sintomi, diffusione e gravità.
Dengue e Chikungunya: febbre alta e dolori fortissimi
Nel caso della Dengue, spesso definita “febbre spacca ossa” per i dolori intensi a livello muscolare e scheletrico, il virus ha come ospite principale l’uomo e viene trasmesso da zanzare del genere Aedes, le cosiddette zanzare tigre, molto diffuse anche in Italia. Dopo la puntura, i sintomi possono comparire entro 5-6 giorni: febbre molto alta, mal di testa, dolori dietro gli occhi, nausea, vomito, eruzioni cutanee. Di norma si guarisce in un paio di settimane, ma nei casi più gravi può verificarsi una febbre emorragica, specie nei secondi contagi, con possibili collassi e decessi. Attualmente esistono due vaccini, ma uno è raccomandato solo a chi ha già contratto la malattia.
Anche la Chikungunya è trasmessa dalla zanzara tigre. Il nome, di origine africana, significa “ciò che curva o contorce” e descrive perfettamente gli effetti della malattia: dolori articolari così acuti da immobilizzare chi ne soffre. L’incubazione va da 3 a 12 giorni e si manifesta con febbre, dolori muscolari, mal di testa, affaticamento e rash cutanei. Nella maggior parte dei casi si guarisce, ma i dolori articolari possono durare mesi o anni. Le complicanze gravi sono rare, ma negli anziani può essere anche letale. Non esistono cure, ma è stato recentemente approvato un vaccino negli Stati Uniti, non ancora disponibile in Europa.
West Nile: il virus silenzioso che può arrivare al cervello
Diverso il caso del West Nile virus, trasmesso non dalla zanzara tigre, ma dalla Culex, e i cui serbatoi principali sono gli uccelli migratori. Dopo una puntura infetta, l’incubazione può durare fino a 14 giorni, ma anche 21 nei soggetti immunocompromessi. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica, ma circa il 20% manifesta febbre, mal di testa, nausea, sfoghi cutanei e linfonodi ingrossati. I sintomi durano da pochi giorni a qualche settimana, ma in meno dell’1% dei casi l’infezione può causare encefalite, paralisi, coma o addirittura la morte. Anche in questo caso, non esistono terapie specifiche.
La vera arma è la prevenzione
Per tutte e tre le infezioni, la miglior difesa è evitare il contatto con le zanzare. Come?
- Usando repellenti cutanei efficaci;
- Indossando abiti lunghi e chiari all’aperto;
- Installando zanzariere alle finestre;
- Eliminando acqua stagnante da sottovasi, ciotole, bidoni o giocattoli;
- Mantenendo asciutte e pulite le piscinette o altri contenitori d’acqua.
La prevenzione ambientale è fondamentale, soprattutto nei mesi estivi e nelle aree più a rischio.
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(con fonte AdnKronos)
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