Chikungunya a Bentivoglio: il caso “zero” è un’infezione importata
La persona rientrata da un viaggio in una zona a rischio è considerata il probabile paziente indice. Rivalutato anche il primo contagio locale, inizialmente ritenuto autoctono
È stato identificato il caso indice del focolaio di Chikungunya registrato a Bentivoglio, nel Bolognese. Secondo quanto riferito dall’Azienda Usl di Bologna, si tratta di una persona recentemente rientrata da un Paese in cui la malattia è endemica. Il caso viene quindi classificato come infezione importata, cambiando la prospettiva sul primo contagio rilevato nei giorni scorsi nel Comune emiliano, inizialmente considerato autoctono.
La scoperta è emersa nel corso delle indagini epidemiologiche avviate a seguito del primo caso accertato. La persona contagiata, pur non avendo viaggiato, sarebbe stata punta da una zanzara infettata in precedenza dal soggetto rientrato dall’estero. Questo collegamento consente ora di ricostruire la catena del contagio e definire meglio l’evoluzione del focolaio.
“La scoperta del caso ‘zero’ – spiega l’Ausl di Bologna – permette di circoscrivere l’evento e conferma l’efficacia del sistema di sorveglianza. In collaborazione con il Comune di Bentivoglio e con la Regione Emilia-Romagna, proseguono le azioni previste dal Piano regionale per il controllo delle arbovirosi”.
Tra le misure messe in campo, sono previsti interventi di disinfestazione mirata, il coinvolgimento dei medici di medicina generale e attività di informazione alla popolazione, invitata a collaborare con le autorità sanitarie e a segnalare eventuali sintomi sospetti.
La Chikungunya è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, in particolare dalla zanzara tigre, presente anche in Italia. Non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di un insetto infetto.
Dopo un’incubazione che può durare fino a 12 giorni, la malattia si manifesta con febbre alta, forti dolori articolari e muscolari, mal di testa, affaticamento e, talvolta, eruzioni cutanee. I dolori possono essere molto intensi e duraturi, in alcuni casi persistendo per mesi o anni. Le complicanze gravi sono rare, ma nei soggetti più anziani o fragili la Chikungunya può rappresentare un serio pericolo per la salute.
I casi lievi, spiega l’Istituto Superiore di Sanità, possono passare inosservati o essere confusi con altre malattie virali come la dengue. Tuttavia, una diagnosi corretta e tempestiva consente di gestire al meglio la sintomatologia e limitare la diffusione dell’infezione.
Le autorità sanitarie invitano i cittadini a seguire scrupolosamente le raccomandazioni, eliminare i ristagni d’acqua dove proliferano le zanzare e rivolgersi al medico in caso di sintomi sospetti.
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(con fonte AdnKronos)
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