Israele uccide comandante Husseini di Hezbollah in un raid su Beirut
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Israele annuncia l’eliminazione di Suhail Husseini, figura chiave di Hezbollah, responsabile della logistica e del finanziamento delle operazioni del gruppo libanese
In un attacco mirato sulla capitale libanese Beirut, Israele ha ucciso Suhail Hussein Husseini, il capo del quartier generale logistico di Hezbollah e membro del Consiglio della Jihad del gruppo. Husseini era incaricato del coordinamento delle operazioni tra Iran e Hezbollah, gestendo il trasferimento e la distribuzione di armi avanzate, tra cui i missili guidati di precisione. Inoltre, era responsabile del finanziamento delle unità di Hezbollah e della supervisione dei progetti bellici, inclusi gli attacchi terroristici contro Israele. La sua morte rappresenta un colpo strategico all’interno della struttura di comando del “Partito di Dio”, uno dei più importanti gruppi paramilitari del Medio Oriente.
Secondo le Forze di Difesa Israeliane (IDF), il raid ha colpito una delle figure più cruciali per le operazioni di Hezbollah, che da tempo gestiva operazioni segrete per il traffico di armi tra Iran, Libano e Siria. Husseini supervisionava direttamente il trasporto e la consegna di armamenti avanzati per Hezbollah, un ruolo chiave nei preparativi militari del gruppo. Il quartier generale di cui era a capo comprendeva anche l’unità di ricerca e sviluppo di missili di precisione, elemento essenziale nella strategia offensiva di Hezbollah contro Israele.
Nel contesto delle tensioni attuali tra Israele e l’Iran, il New York Times ha riportato che, per ora, le azioni israeliane non colpiranno i siti nucleari iraniani, ma si concentreranno su basi militari e obiettivi strategici dell’intelligence iraniana. Questo approccio sembra finalizzato a evitare un’escalation immediata, spingendo l’Iran a non accelerare il proprio programma nucleare, che potrebbe essere trasferito in strutture sotterranee difficili da colpire.
Nel frattempo, Kamala Harris, vicepresidente degli Stati Uniti, ha rilasciato dichiarazioni dure contro l’Iran, accusandolo di essere il principale rivale degli USA. Durante un’intervista alla CBS, Harris ha affermato che l’Iran “ha le mani sporche di sangue americano” e ha sottolineato l’importanza di impedire che diventi una potenza nucleare. La questione iraniana continua dunque a essere centrale per le politiche di sicurezza sia per Israele che per gli Stati Uniti, con un occhio puntato sulle prossime mosse della Repubblica Islamica.
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(con fonte AdnKronos)
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