Chiusura Centro Sakharov a Mosca: reazioni nazionali ed internazionali
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Proteste per la Chiusura dell’Istituzione
La decisione del tribunale di Mosca di chiudere il Centro Sakharov ha scatenato una serie di reazioni di protesta e condanna da parte di vari attori nazionali ed internazionali. Sergey Lukashevsky, direttore del Centro Sakharov di Mosca, ha espresso il suo disappunto definendo la decisione “disgustosa”, ma ha sottolineato che l’istituzione continuerà comunque il suo lavoro.
Critiche alla Politica di Putin
Numerosi commentatori e figure politiche hanno criticato la decisione del tribunale come parte di un più ampio disegno di limitazione delle libertà in Russia. Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, ha richiamato alla memoria il ruolo di Sakharov e l’importanza di dare voce ai dissidenti. Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico, ha evidenziato il deterioramento degli spazi di libertà sotto il governo di Putin.
Richiesta di azioni internazionali
Alcuni esponenti politici hanno chiesto una risposta europea e internazionale alla situazione in Russia. La senatrice Craxi ha sottolineato l’importanza di offrire asilo ai dissidenti russi e di continuare a denunciare le violazioni dei diritti umani nel paese. Massimiliano Iervolino, segretario nazionale dei Radicali Italiani, ha rinnovato la richiesta di arresto e processo di Putin presso la Corte Penale Internazionale.
Diverse nazioni hanno condannato la decisione del tribunale. Il ministero degli Esteri francese ha espresso forte disapprovazione, definendo il Centro Sakharov “una rispettata istituzione della società civile russa”. Il ministero degli Esteri tedesco ha sottolineato che questa azione mira a soffocare le voci della democrazia e dei diritti umani in Russia.
La campagna di repressione di Putin
Le reazioni internazionali sottolineano l’allarme crescente riguardo alla campagna di repressione condotta dalle autorità russe contro le voci indipendenti e i difensori dei diritti umani. La chiusura del Centro Sakharov è vista come un ulteriore segno di questa tendenza, che continua a minacciare la libertà di espressione e la democrazia nel paese.
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(con fonte AdnKronos)
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