Riforma Giustizia, ecco le novità del nuovo disegno di legge
Il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità, su proposta del guardasigilli Carlo Nordio, un disegno di legge che apporta modifiche al Codice penale, al Codice di procedura penale e all’Ordinamento giudiziario nell’ambito della riforma della Giustizia. Tra le principali novità presenti nel testo del ddl:
- Viene abrogata la fattispecie dell’abuso d’ufficio e viene introdotta una riformulazione del reato di traffico di influenze illecite, che prevede diverse condizioni per la configurazione del reato.
- Si estendono le attenuanti per la particolare tenuità o per chi ha contribuito ad evitare conseguenze ulteriori, per assicurare le prove dei reati e per l’individuazione degli altri responsabili o per il sequestro delle somme o altre utilità trasferite nel caso del traffico di influenze illecite.
- Si amplia il divieto di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, consentendo la pubblicazione solo se riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento.
- Vengono stabiliti divieti riguardanti la copia delle intercettazioni, il riporto di dati relativi a soggetti diversi dalle parti nei verbali di intercettazione e l’indicazione dei dati personali dei soggetti diversi dalle parti nelle richieste di misura cautelare.
- Si generalizza l’istituto dell’interrogatorio preventivo rispetto all’applicazione della misura cautelare, ad eccezione dei casi in cui sussistano esigenze cautelari specifiche.
- Si prevede il giudice collegiale per l’applicazione della custodia cautelare in carcere o di una misura di sicurezza provvisoria quando è detentiva.
- Vengono introdotte alcune innovazioni relative all’informazione di garanzia, tra cui la specifica che essa debba essere trasmessa a tutela del diritto di difesa dell’indagato e la descrizione sommaria del fatto.
- Si modifica la disciplina dei casi di appello del pubblico ministero, limitando l’appellabilità delle sentenze di proscioglimento per alcuni reati.
- Si introduce un’interpretazione autentica riguardo al limite di età per i giudici popolari della corte d’assise, stabilendo che il limite massimo di 65 anni debba essere considerato al momento in cui il giudice popolare viene chiamato a prestare servizio nel collegio.
Queste sono alcune delle principali novità contenute nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri.
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(con fonte AdnKronos)
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