
Elezioni Israele: ancora una volta al voto, è la quinta in 43 mesi
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In Israele oggi si vota per le elezioni legislative. Il Paese è chiamato alle urne per la quinta voto in appena 43 mesi. La previsione è che, ancora questa volta, nessuno dei due campi sia in grado di formare una solida maggioranza, con il rischio che si torni a votare in primavera. Ma è anche vero che un piccolo spostamento di voti potrebbe far pendere la bilancia verso l’ex premier Benyamin Neyanyahu, o il premier in carica, il centrista Yair Lapid.
La Knesset, camera unica del parlamento israeliano, ha 120 seggi. La soglia minima da raggiungere per governare è 61 deputati. Per ora, i sondaggi accreditano il campo di Netanyahu, compresi estrema destra e i due partiti ultraortodossi, a 60 seggi e quello di Lapid a 56, con i partiti arabi non schierati a 4. Ma, nell’attuale panorama politico frammentato, gli equilibri possono spostarsi in base all’affluenza o al numero dei partiti che riescono a superare la soglia di sbarramento del 3,25%, ricorda oggi il quotidiano Yedioth Ahronoth.
Leader del Likud, lo storico partito della destra israeliana, Netanyahu ha una solida base fra gli elettori più poveri, religiosi, abitanti in piccole città e con opinioni più radicali contro i palestinesi. Lapid ha il sostegno degli elettori laici e dei grandi centri urbani. Gli arabo israeliani, circa il 20% dell’elettorato, potrebbero fare la differenza. E’ un elettorato con alti livelli di astensione, ma chi vota sceglie il campo di Lapid oltre ai tradizionali partiti arabi. Se la loro affluenza sarà molto bassa, Netanyahu potrebbe vincere. Cruciale sarà anche la soglia di sbarramento, perché i voti di chi non supera il 3,25% andranno persi. Due storici partiti della sinistra alleati di Lapid, Laburisti e Meretz, sono a rischio. E la loro uscita dal parlamento sarebbe devastante per Lapid. Dall’altra parte, il superamento della soglia di sbarramento da parte del piccolo partito di destra focolare Ebraico sarebbe di grande aiuto per Netanyahu.
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(AdnKronos)
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