Guerra Ucraina, Pentagono: “Russia a 25 km da Kiev”
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Guerra Ucraina-Russia, le forze russe sono ancora a 25 chilometri a nord dal centro di Kiev, mentre si trovano ad una decina dal centro di Chernihiv e Kharkiv. Lo affermano fonti del Pentagono, sottolineando che 10 chilometri “vale a dire che si trovano alle porte della città”, vista la loro estensione.
Riguardo poi l’avanzata a sud, gli americani non contestano la presa di Kherson, rivendicata dai russi, anche se non hanno modo di verificarle indipendentemente. Mentre sottolineano che si combatte ancora intorno a Mykolaiv e Mariupol: “Osserviamo che le forze russe continuano ad avanzare su Mariupol – dicono le fonti – ma non crediamo che siano ancora entrati, ci sono ovviamente bombardamenti”.
L’avanzata della colonna lunga decine di chilometri di mezzi russi verso Kiev è stata bloccata da “attacchi diretti” della forze di resistenza russe ma anche dal fatto che queste hanno fatto saltare un ponte, dicono fonti del Pentagono che anche oggi, nono giorno dell’invasione russa, ribadiscono che dallo scorso weekend il convoglio non è avanzato in modo sensibile verso la capitale ucraina. “Certamente crediamo che il fatto che gli ucraini abbiano fatto saltare quel ponte abbiam avuto assolutamente un effetto nel bloccare e tagliare i movimenti di quel convoglio”, spiegano le fonti militari americane, riporta la Cnn. “Ma riteniamo anche che hanno colpito il convoglio in altri punti con attacchi diretti”, aggiungono le fonti che nei giorni scorsi hanno detto che anche problemi logistici e di rifornimento dei russi hanno provocato lo stallo della colonna.
Gli analisti militari americani ritengono però che ora le forze russe si siano riorganizzate ed hanno imparato dai loro errori mentre continuano ad avanzare verso Kiev.
E’ stallo sul campo a Cernihiv, città al confine con la Russia e Bielorussia che da nove giorni resiste all’offensiva delle forze russe: la conquista della città – che conta circa 300mila abitanti ed è posta su una direttrice stradale chiave per avanzare verso Kiev – permetterebbe alle forze di invasione di avanzare in direzione della capitale. Ma – secondo la testata locale ‘Suspilne media’ che riporta le notizie del comando ucraino – i reparti arrivati dalla regione di Briansk della Federazione Russa e da Homel, in Bielorussia non riuscirebbero ad avanzare avendo subìto gravi perdite in termini di personale ed equipaggiamento. Oltre a decine di soldati russi uccisi, “sono stati fatti molti prigionieri, fra cui alcuni dei loro comandanti, e sono state distrutte numerose unità di mezzi militari” riferisce il comando che descrive i soldati di Mosca “demoralizzati, affamati, senza scorte di cibo né di carburante: di conseguenza iniziano a saccheggiare e rubare nei centri abitati adiacenti”.
E alla luce di questo stallo Mosca avrebbe cambiato tattica “ricorrendo all’aviazione per spaventare e demoralizzare la popolazione. Da tre giorni e notti si registrano attacchi aerei in massa, con missili da crociera e lanciarazzi multipli”. Tuttavia nonostante i danni subìti, conclude il comando, “le forze armate ucraine mantengono le difese in tutte le direzioni”.
“Siamo semplicemente distrutti”, dice dal canto suo il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, come riporta il Guardian, denunciando come in questa città ucraina, nel mirino delle forze russe, non ci siano acqua né elettricità né riscaldamento. E il cibo sta finendo. In tv il sindaco ha detto di aver chiesto un corridoio umanitario per far uscire i civili dall’area. Ieri aveva denunciato bombardamenti “senza sosta”.
La città portuale di Mariupol, nel sud dell’Ucraina, ”resta sotto il controllo ucraino, ma resta accerchiato dalle forze russe”, secondo l’intelligence britannica. Quella trascorsa è stata comunque una notte di continui scontri e di bombardamenti, conferma il ministero della Difesa britannico. I funzionari della città dicono che ”saremo distrutti” e parlando di bombardamenti ”implacabili”. Il sistema elettrico e idrico è già stato messo fuori uso. Tagliate anche le comunicazioni telefoniche, così come la consegna di cibo.
Sono almeno 331 i civili rimasti uccisi – compresi sette ragazzi, tre ragazze e nove bambini – e 675 quelli feriti in Ucraina dal 24 febbraio scorso. Queste le vittime che l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha potuto registrare sinora. Ma il bilancio potrebbe essere più pesante. La maggior parte delle vittime si registra a causa dell’uso di armi esplosive con un’ampia area di impatto, compresi bombardamenti dell’artiglieria pesante e attacchi aerei.
Tre soldati ucraini sono morti e due sono rimasti feriti – uno dei quali è in condizioni critiche – nell’attacco lanciato stanotte dalla Russia contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia. Lo ha riferito la Società nazionale ucraina per la produzione di energia nucleare sul suo canale Telegram, secondo quanto riferito dall’emittente Nbc.
Gli Stati Uniti sono “profondamente” preoccupati riguardo alle intenzioni dei russi sul controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya, affermano fonti del Pentagono sottolineando che non sanno quante persone i russi abbiano nell’impianto e che cosa significhi che loro hanno il controllo “per quanto riguarda la continuazione delle operazioni”. Riguardo poi all’attacco della notte scorsa, le fonti militari Usa mettono le mani avanti affermando di non avere ancora “un’idea precisa della natura dell’attacco, non vi possiamo dire con esattezza colpo per colpo cosa sia avvenuta e cosa hanno usato i russi per attaccare l’impianto nucleare. Ma la cosa importante – aggiungono – è che non vediamo una fuoriuscita radioattiva”.
Riguardo poi alla situazione della centrale nucleare, le fonti, secondo quanto riporta la Cnn, spiegano che “non siamo in posizioni di confutare le affermazioni russe secondo cui ne avrebbero il controllo. Ma non sappiamo esattamente questo cosa significhi” riguardo alla “continuazione delle operazioni”. “Ed ancora – concludono le fonti Usa – una cosa che ci preoccupa profondamente è che non sappiamo quale conoscenza abbiano e quali siano le loro intenzioni a breve termine. Veramente questo è fonte di grande preoccupazione”, ribadiscono.
E’ invece salito a 47 morti il bilancio del bombardamento russo sulle zone residenziali di Chernihiv. Lo riferiscono i servizi di emergenza ucraini, che hanno sospeso le ricerche dei superstiti per gli attacchi in corso.
Sono oltre 9mila, per la precisione 9.166, i soldati russi che sono morti dall’inizio dell’offensiva in Ucraina secondo quanto riferito dalle forze armate ucraine, secondo quanto riportato da ‘Kyiv Independent’. Secondo l’esercito ucraino, inoltre, i russi hanno perso in combattimento 33 aerei, 37 elicotteri, 251 carri armati, 105 pezzi di artiglieria, due navi e tre droni.
(AdnKronos)
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