Indagine Ue su Google per il declassamento dei siti degli editori
Indagine della Commissione Europea su Google per presunte violazioni del Digital Markets Act
Bruxelles ha aperto un’indagine Ue su Google per valutare se il colosso tecnologico rispetti le condizioni “eque, ragionevoli e non discriminatorie” di accesso ai siti web degli editori su Google Search, come previsto dal Digital Markets Act (DMA).
Il monitoraggio dell’esecutivo europeo ha evidenziato che Google, attraverso la propria politica contro gli abusi della reputazione dei siti web, potrebbe declassare i contenuti editoriali nei risultati di ricerca quando questi includono materiali di partner commerciali.
Secondo l’azienda, la misura serve a contrastare tentativi di manipolazione del posizionamento nei risultati di ricerca. Tuttavia, la Commissione ritiene che tale politica possa incidere negativamente su un modo “comune e legittimo” di monetizzazione dei contenuti da parte degli editori.
Focus sull’impatto del declassamento dei contenuti
L’indagine dell’Ue mira ad accertare se il declassamento dei siti editoriali operato da Alphabet, la società madre di Google, limiti la libertà economica e la capacità di innovazione degli editori.
Come ha spiegato il portavoce della Commissione, Thomas Regnier, durante il briefing con la stampa: “Gli editori di notizie hanno portato pratiche commerciali di lunga data dal mondo reale al digitale. Qual è la conseguenza se Alphabet applica la sua politica antispam in modo non giustificato? I contenuti vengono declassati, con perdita di entrate e visibilità”.
La Commissione sottolinea che Google deve garantire agli editori un trattamento non discriminatorio, equo e ragionevole, invitando l’azienda a cooperare con le autorità europee durante l’intera procedura.
Possibili sanzioni e reazioni politiche
L’inchiesta, ancora in fase preliminare, durerà fino a 12 mesi. Se dovessero emergere violazioni del DMA, Alphabet potrebbe subire multe fino al 10% del fatturato globale annuo, che salgono al 20% in caso di infrazioni ripetute, o perfino obblighi di dismissione di alcune attività.
Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini ha commentato positivamente la decisione europea: “È importante che l’Europa verifichi se gli over the top garantiscano il giusto spazio all’informazione giornalistica e di interesse pubblico. È un tema che il governo italiano ha portato anche all’ultimo vertice di Copenaghen”.
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(con fonte AdnKronos)
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