
Flotilla verso Gaza: respinta l’offerta italiana, tensione con Israele
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La delegazione italiana della Global Sumud Flotilla rifiuta di deviare gli aiuti verso Cipro, ribadendo la missione di portare soccorsi umanitari a Gaza nonostante i rischi e le minacce
La flotilla decide di affrontare i pericoli e le responsabilità della missione, sfidando Israele senza poter contare su ulteriori aiuti dall’Italia, perché il Governo è stato chiaro, non si potrà intervenire in alcun modo andando oltre. Consci quindi del pericolo, di sicuro ora non potranno più chiedere supporto. La delegazione italiana del Global Movement to Gaza, a nome del Comitato direttivo della Global Sumud Flotilla, ha comunicato alle autorità italiane di non accettare la proposta di scaricare gli aiuti a Cipro per poi trasferirli a Gaza con il coinvolgimento del patriarcato latino di Gerusalemme.
“Ribadiamo che la nostra missione rimane fedele all’obiettivo originario di rompere l’assedio e consegnare gli aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, vittima di genocidio e pulizia etnica. Qualsiasi ostruzione costituirebbe una violazione del diritto internazionale e dell’ordinanza provvisoria della Corte internazionale di giustizia”, ha affermato la Flotilla.
Secondo il Global Movement to Gaza, gli attacchi israeliani hanno già causato decine di morti: un bombardamento recente ha ucciso 11 persone, tra cui bambini, mentre dal 7 ottobre 2023 il bilancio totale è di oltre 65.000 morti e 167.000 feriti.
Israele, dal canto suo, ha confermato di aver proposto lo sbarco degli aiuti a Cipro, ma la flottiglia ha rifiutato. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha ribadito che il Paese “non consentirà l’ingresso di navi in una zona di combattimento attiva né la violazione di un blocco navale legittimo”, pur dichiarandosi aperto a “accordi costruttivi per trasferire gli aiuti in modo legale e pacifico”.
Nkosi Zwelivelile Mandela ha denunciato la situazione paragonandola all’apartheid, definendo Israele “entità sionista che da oltre settant’anni viola il diritto internazionale” e invitando governi e società civile a esercitare pressioni per fermare gli attacchi.
Nonostante le minacce, la flotilla è al completo: circa 50 imbarcazioni trasportano aiuti e centinaia di osservatori, parlamentari, avvocati e artisti. Yasemin Acar, membro del comitato direttivo, ha sottolineato che la protezione dei palestinesi richiede azioni concrete da parte dei governi, e che la missione continuerà direttamente verso Gaza senza soste tecniche.
“La consapevolezza dei pericoli ha unito ulteriormente la flottiglia. Porteremo queste navi a Gaza”, ha concluso Acar, invitando i media a verificare le informazioni prima di diffonderle, perché “ciò che pubblicate può fare la differenza tra la vita e la morte per i civili”. Chissà che fine farà questa missione.
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(con fonte AdnKronos)
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