
Arrestato Hicham Harb, sospettato stragi del 1982 alla Sinagoga Roma e Parigi
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Il palestinese Hicham Harb di 70 anni è stato fermato in Cisgiordania; feroci attentati causarono la morte del piccolo Stefano Gaj Taché e altri civili feriti alla Sinagoga di Roma
Mahmoud Khader Abed Adra, noto anche come Hicham Harb, è stato arrestato questa mattina in Cisgiordania. L’uomo, 70 anni, è sospettato di essere la mente dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Taché di due anni e rimasero ferite decine di persone, e della strage al ristorante ebraico Jo Goldenberg a Parigi nello stesso anno, che causò sei morti e 19 feriti.
Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, ha commentato: “Ci auguriamo che finalmente questo arresto contribuisca a sgretolare il muro di omertà e reticenze che ha protetto i responsabili dell’attentato del 1982. La famiglia Taché e l’intera comunità ebraica meritano giustizia”.
Indagini e inchiesta
Dal novembre 2023, Harb era iscritto nel registro degli indagati per strage dalla Procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta avviata nel 2020 sull’attentato alla Sinagoga del Tempio Maggiore. In quell’attacco perse la vita Stefano Gaj Taché e 37 persone rimasero ferite.
Abed Adra è indagato insieme ad altre tre persone: Walid Abdulrahman Abou Zayed, Gamal Tawfik Arabe El Arabi e Nizar Tawfiq Mussa Hamada. Era anche ricercato in Francia per l’attentato al ristorante Jo Goldenberg, nel quartiere ebraico Marais di Parigi.
Cooperazione internazionale per l’estradizione
Il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato “l’eccellente cooperazione” con l’Autorità Nazionale Palestinese e ha confermato che la Francia sta lavorando per una “rapida estradizione” di Harb.
Il dolore delle vittime per mano di Hicham Harb
Eliana Pavoncello, una delle sopravvissute all’attentato di Roma, ha commentato all’Adnkronos: “Dopo 43 anni ancora mi vengono le lacrime. Aspettiamo giustizia, ma questa giustizia non è ancora arrivata. Siamo arrabbiati perché lo Stato non ci ha protetto. È importante che gli attentatori vengano giudicati, ma rimane un’enorme amarezza”.
Pavoncello ha aggiunto: “I feriti di un attentato rimangono spesso ai margini. Essere considerati ‘fortunati’ non cambia il dolore. Confido nella giustizia italiana e nelle nostre istituzioni, e spero che finalmente venga fatta luce su tutto”.
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(con fonte AdnKronos)
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