Cambiamento climatico: 16.500 morti per il caldo in Europa nell’estate 2025
Studio di Imperial College e London School of Hygiene & Tropical Medicine evidenzia il ruolo del riscaldamento globale nell’aumento delle vittime da ondate di calore
L’aumento delle temperature estreme legato ai cambiamenti climatici ha causato circa 16.500 decessi in eccesso in Europa durante l’estate 2025, secondo una nuova stima condotta su 854 città da ricercatori dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine. Lo studio evidenzia che il caldo estremo, aggravato dal riscaldamento globale, è responsabile del 68% dei 24.400 decessi stimati complessivamente per l’estate.
Le città studiate rappresentano circa il 30% della popolazione europea, per cui i dati forniti sono solo un’istantanea della realtà. Gli scienziati hanno combinato registri storici di mortalità, modelli climatici e funzioni di rischio di mortalità per stimare l’impatto diretto delle temperature elevate.
Distribuzione per Paese:
Italia: 4.597 morti
Spagna: 2.841
Germania: 1.477
Francia: 1.444
Regno Unito: 1.147
Romania: 1.064
Grecia: 808
Bulgaria: 552
Croazia: 268
Capitali più colpite: Roma (835 morti), Atene (630), Parigi (409), Madrid (387), Bucarest (360), Londra (315), Berlino (140). La maggior parte delle vittime, circa l’85%, aveva più di 65 anni.
Lo studio sottolinea che i decessi legati al caldo spesso non vengono registrati sui certificati di morte, perché le alte temperature aggravano condizioni preesistenti come malattie cardiache, respiratorie o renali. Inoltre, ondate di calore di pochi gradi possono causare un’impennata significativa di mortalità tra i più vulnerabili.
Secondo Clair Barnes, ricercatrice dell’Imperial College: “Il cambiamento climatico non è un problema futuro. Quanto più a lungo i governi ritardano l’abbandono dei combustibili fossili, tanto più le estati diventeranno letali, anche con misure di adattamento”.
Gli scienziati evidenziano inoltre che le città europee trattengono più calore rispetto alle aree rurali, con picchi fino a 10°C sopra la media, aumentando il rischio per gli abitanti. La creazione di spazi verdi e blu urbani può ridurre l’effetto isola di calore e salvaguardare le comunità più vulnerabili.
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(con fonte AdnKronos)
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