Navalny, i test confermano l’avvelenamento
La vedova Julia: “Due laboratori indipendenti, in Paesi diversi, hanno riscontrato tracce tossiche”
Julia Navalnaya ha annunciato su X che campioni biologici del marito Alexei Navalny, trasferiti all’estero dopo la morte, sono stati analizzati in due laboratori di nazioni differenti. Entrambe le strutture, lavorando in modo indipendente, hanno concluso che l’oppositore russo è deceduto per avvelenamento. “Questi risultati sono di pubblica importanza e devono essere diffusi. Tutti meritiamo di sapere la verità”, ha scritto Navalnaya.
La morte in Siberia
Navalny, 47 anni, era detenuto nella colonia penale a regime speciale di Kharp, nella regione artica di Yamalo-Nenets, a circa 1.900 chilometri da Mosca. Stava scontando oltre 30 anni di reclusione ed era rinchiuso in isolamento da 308 giorni. Il decesso è stato annunciato il 16 febbraio 2024: secondo la versione ufficiale si sarebbe sentito male durante una passeggiata, perdendo conoscenza nonostante i tentativi di rianimazione.
Indagini e sospetti
Fonti dell’opposizione e media indipendenti avevano già ipotizzato un lento avvelenamento iniziato mesi prima della morte. Le nuove analisi rafforzano i sospetti di un’azione deliberata, mentre le autorità russe continuano a sostenere la tesi di un improvviso malore.
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(con fonte AdnKronos)
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