Cimabue, l’arte che precede il Rinascimento: ad Arezzo il nuovo Volume d’Arte Menarini
Presentato nella Chiesa di San Domenico il libro dedicato al maestro fiorentino. L’opera è firmata dalla storica dell’arte Miriam Fileti Mazza
È stato presentato nella Chiesa di San Domenico di Arezzo, di fronte al celebre Crocifisso realizzato da Cimabue, il nuovo Volume d’Arte Menarini dedicato al maestro fiorentino, figura centrale della pittura medievale italiana e autentico precursore del Rinascimento. L’evento, carico di significato, ha unito arte, storia e riflessione, rendendo omaggio a un artista che ha profondamente influenzato la rappresentazione del sacro e la visione pittorica occidentale.
Autrice della monografia è Miriam Fileti Mazza, storica dell’arte di fama internazionale e docente per quarant’anni alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Nel suo intervento, Fileti Mazza ha evidenziato come Cimabue, nella seconda metà del Duecento, abbia saputo superare i canoni bizantini, aprendo la strada a una rappresentazione più umana e realistica della spiritualità. “Nell’essenzialità di un’armonia silenziosa – ha dichiarato – Cimabue emoziona ancora oggi, al di sopra di ogni dogma”.
Accanto a lei, Liletta Fornasari, altra storica dell’arte, ha guidato i presenti in un percorso attraverso la bellezza gotica della basilica aretina, arricchendo l’incontro con letture storiche e approfondimenti critici.
La pubblicazione si inserisce nel più ampio progetto culturale portato avanti da Menarini dal 1964 con i suoi Volumi d’Arte, una collana che intende rendere accessibili i grandi nomi dell’arte italiana. Lucia Aleotti, azionista e membro del Board dell’azienda, ha ricordato: “Ogni anno scegliamo un maestro da raccontare in modo semplice e coinvolgente. Cimabue è un simbolo di rivoluzione visiva, precursore della grande stagione rinascimentale”.
L’impegno culturale, ha sottolineato Aleotti, è parte integrante della missione aziendale di Menarini: “Come nella scienza, anche nell’arte si ricerca armonia e bellezza. Valorizzare questa eredità ci aiuta a riconoscerci in una storia comune”.
Alla storica collana cartacea si affianca oggi anche il progetto “Pills of Art”, brevi video divulgativi in otto lingue visibili sul canale YouTube di Menarini, per rendere l’arte ancora più accessibile e condivisibile.
La serata ad Arezzo si è trasformata così in una celebrazione della memoria e del coraggio creativo. Come ha concluso Miriam Fileti Mazza: “Senza il coraggio di Cimabue, non ci sarebbe stato Giotto. E senza memoria, non può esistere innovazione”.
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(con fonte AdnKronos)
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