
Accordo a Gaza, la tregua è vicina ma restano incertezze sul futuro degli ostaggi
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Negoziazioni tra Israele e Hamas a Doha: rilascio parziale degli ostaggi e sospensione del conflitto. Netanyahu chiede una soluzione continua fino al completo recupero dei prigionieri
Sembra essere a un passo un accordo tra Israele e Hamas per la tregua a Gaza, frutto di intensi colloqui mediati da Usa, Qatar ed Egitto. Sebbene il cessate il fuoco non sia ancora ufficiale, il piano prevede il rilascio, in due fasi, di alcuni ostaggi da entrambe le parti, ma restano aperti molti punti cruciali, a cominciare dalla durata del cessate il fuoco stesso.
Secondo le informazioni emerse, nella prima fase del cessate il fuoco, che dovrebbe durare 42 giorni, sono previsti il rilascio di tre donne civili e di due bambini israeliani, Kfir e Ariel Bibas, rapiti più di un anno fa, ma che secondo Hamas sono morti in un bombardamento israeliano. Nella settimana successiva, toccherà a cinque soldatesse israeliane e altre persone vulnerabili, tra cui anziani e malati, per un totale di 33 ostaggi. Le autorità israeliane non hanno confermato ufficialmente il numero preciso degli ostaggi, ma le stime indicano che la maggior parte dei prigionieri sarebbero ancora vivi.
Le discussioni continuano anche su ciò che accadrà nella seconda e terza fase dell’accordo. Le trattative sono delicate e il governo israeliano non ha nascosto la sua preoccupazione per il futuro dell’intesa. Netanyahu, che ha convocato una riunione d’urgenza con i vertici della sicurezza, ha espresso la sua disponibilità a un cessate il fuoco prolungato a condizione che tutti gli ostaggi vengano rilasciati. Nonostante questo, resta il fatto che, almeno inizialmente, diversi prigionieri israeliani, tra cui 22 ostaggi vivi, rimarranno nelle mani di Hamas.
L’incertezza è amplificata dal fatto che Hamas, pur non avendo dato una risposta ufficiale, ha fatto trapelare un sì ufficioso al piano, aspettando una mossa da parte di Israele. Le trattative a Doha continuano ad essere segnate da silenzi e frenesia, mentre i mediatori cercano di accelerare il processo.
Alcuni dettagli dell’accordo, come l’assenza di un rilascio di terroristi coinvolti nel massacro del 7 ottobre o del corpo di Yahya Sinwar, sembrano già definiti, ma non è chiaro quando si arriverà alla conclusione ufficiale dell’intesa.
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