
Netanyahu vuole occupare tutta Gaza, l’Idf gli gira le spalle
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Tensione ai vertici di Israele: scontro aperto tra governo e esercito. Il capo di Stato maggiore riduce le truppe e cancella lo stato d’emergenza. Yair Netanyahu accusa l’Idf di “colpo di Stato”
Tensione alle stelle ai vertici dello Stato israeliano. Dopo l’annuncio dell’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu sull’intenzione di occupare l’intera Striscia di Gaza, l’esercito ha reagito in senso opposto: l’Idf ha cancellato lo stato d’emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre e ha avviato una riduzione dei militari dispiegati sul campo.
Secondo fonti citate dal sito Ynet, il piano prevede un’occupazione totale della Striscia, comprese le zone dove si trovano gli ostaggi. “Se il capo di Stato maggiore non è d’accordo, può dimettersi”, avrebbe affermato un alto funzionario vicino al premier. Il riferimento è a Eyal Zamir, contrario all’espansione totale delle operazioni. L’Idf detiene già il controllo del 75% dell’enclave, ma considera insostenibile un’ulteriore avanzata che potrebbe durare anni e mettere a rischio la vita degli ostaggi.
Secondo il Times of Israel, Netanyahu avrebbe discusso il piano con i ministri, chiedendo l’appoggio del gabinetto per estendere l’offensiva. Ma le Forze di difesa israeliane temono un bagno di sangue e la fine di ogni possibilità di liberare vivi gli ostaggi.
In segno di dissenso, Zamir ha deciso di ridurre la forza dell’esercito permanente, alleggerendo il carico delle truppe e annullando l’ordine d’emergenza che aveva prolungato il servizio dei riservisti. Una risposta indiretta ma chiara alle pressioni politiche.
Sulla vicenda è intervenuto anche Yair Netanyahu, figlio del premier, accusando l’Idf di “ribellione” e addirittura di un “tentativo di colpo di Stato militare”. La dichiarazione è arrivata dopo che il corrispondente militare dello Yediot Ahronot, Yossi Yehoshua, aveva chiesto al premier di assumersi la responsabilità pubblica della decisione. “È un comportamento da repubblica delle banane”, ha scritto il figlio del primo ministro su X.
Intanto, continuano i bombardamenti sulla Striscia: almeno nove palestinesi sono stati uccisi in diversi attacchi nella notte, secondo fonti mediche locali. A Khan Younis, una tenda è stata centrata da un raid israeliano; altre vittime si contano nei pressi del campo profughi di Nuseirat e a nord-ovest di Gaza City.
Sul fronte umanitario, Israele ha autorizzato il rientro parziale degli aiuti nella Striscia per la prima volta dalla ripresa delle ostilità a marzo. Un numero limitato di commercianti potrà far entrare alimenti e beni di prima necessità, previo controllo di sicurezza.
Infine, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha annunciato una riunione d’emergenza per discutere della condizione degli ostaggi, dopo la diffusione di video che ne mostrano il grave stato fisico. L’ambasciatore israeliano Danny Danon ha chiesto una condanna formale delle “atrocità di Hamas”.
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(con fonte AdnKronos)
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