
Meloni va a Istanbul: migranti, energia e droni al centro della missione
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Vertice con Erdoğan per rafforzare i rapporti bilaterali e missione a Tunisi per consolidare il Piano Mattei. Italia sempre più attiva nel Mediterraneo tra sicurezza, economia e strategia africana
La premier Giorgia Meloni è attesa oggi, venerdì 1 agosto, a Istanbul per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, a poco più di tre mesi dal vertice intergovernativo italo-turco tenutosi a Villa Pamphili. In quell’occasione, Roma e Ankara avevano firmato diversi accordi bilaterali e memorandum d’intesa.
Secondo fonti di Palazzo Chigi, Ankara è considerata un partner “fondamentale” per tre motivi principali: il contenimento della rotta migratoria, l’intensificazione della cooperazione industriale – testimoniata dal recente accordo sui droni – e il contributo turco alla stabilità siriana e alla sicurezza regionale. Un ruolo strategico anche nel contesto del conflitto israelo-palestinese, su cui Meloni ha avuto due giorni fa un colloquio con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, definendo la situazione a Gaza “insostenibile e ingiustificabile”.
Tunisia, nodo centrale del Piano Mattei: cooperazione migratoria ed energetica
Ieri Meloni era invece a Tunisi, dove ha incontrato il presidente Kais Saied per discutere del Piano Mattei per l’Africa e dei rapporti bilaterali. Il colloquio ha toccato temi chiave come l’acqua, l’agricoltura e l’energia. Particolare attenzione è stata riservata al progetto Tanit per il recupero delle acque reflue e alla nascita di un centro di formazione agricola regionale.
Sul fronte migratorio, Roma e Tunisi hanno ribadito la “cooperazione eccellente” nel contrasto ai trafficanti di esseri umani e nella promozione di vie legali di migrazione, anche all’interno del Processo di Roma. Un impegno che ha già portato a una drastica riduzione delle partenze irregolari dalla Tunisia dopo l’accordo con l’UE del luglio 2023.
Energia e infrastrutture: Elmed e idrogeno verde al centro degli accordi
Ampio spazio è stato dedicato al dossier energetico. Meloni e Saied hanno confermato l’importanza del progetto Elmed, l’elettrodotto che collegherà Italia e Tunisia, definito strategico per l’Europa intera. Il progetto coinvolge anche il settore privato italiano, in prima linea nella produzione di energie rinnovabili nel Paese nordafricano.
Oltre all’energia, l’Italia guarda a Tunisi per altri progetti infrastrutturali, come quello tra Sparkle e Tunisie Telecom per una nuova rotta di connettività digitale tra Nord Africa ed Europa. Enel ed Eni sono invece in prima linea nello sviluppo dell’idrogeno verde, tassello chiave nella transizione energetica legata al Piano Mattei.
Tunisia: partner fragile ma cruciale per l’Italia
Secondo fonti diplomatiche, la Tunisia rappresenta una “scommessa strategica” per l’Italia. Non solo per contenere i flussi migratori, ma anche per rafforzare la presenza italiana in Africa in un momento in cui Saied è stretto tra le pressioni di Stati Uniti, Russia, Cina e Unione Europea. Per Roma, sostenere la stabilità tunisina è prioritario per evitare nuovi flussi e per consolidare il ruolo dell’Italia come ponte tra l’Europa e il continente africano.
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(con fonte AdnKronos)
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